Unicef: priorità ai bambini più svantaggiati

«Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno aiutato il mondo a realizzare straordinari progressi per i bambini, ma ci hanno anche mostrato che molti di loro sono rimasti indietro». Lo ha dichiarato Anthony Lake, direttore dell'Unicef, in occasione del lancio del rapporto Progress for children. Beyond averages: learning from the Mdgs, avvenuto il 23 giugno scorso.

Il nuovo rapporto dell'Unicef rivela che, nonostante gli importanti risultati raggiunti, la diseguaglianza nelle opportunità ha lasciato milioni di bambini in condizioni di povertà, esposti a un elevato rischio di mortalità infantile, privi di accesso all'istruzione o in condizioni di malnutrizione cronica.

Dai dati riportati in Progress for children. Beyond averages: learning from the Mdgs emergono i grandi passi avanti fatti dal 1990 ad oggi, ma anche le profonde disparità di condizioni tra i minori nel mondo.

Fra i traguardi raggiunti ci sono, ad esempio, la diminuzione di oltre la metà del tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, la diminuzione del 45 per cento del tasso di mortalità materna e la riduzione delle disuguaglianze tra i più poveri e i più ricchi in oltre metà degli indicatori analizzati dall'Unicef.

D'altro canto, i progressi citati continuano a non includere circa 6 milioni di bambini che muoiono ogni anno prima di aver compiuto 5 anni, 289.000 donne che muoiono ogni anno per cause legate alla gravidanza o al parto, e 58 milioni di bambini che non frequentano la scuola primaria.

«Ora che i leader mondiali si apprestano ad adottare i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (2016-2030), i bambini maggiormente svantaggiati devono essere posti al centro dell'agenda globale dello sviluppo», si spiega nella presentazione del documento pubblicata sul sito dell'Unicef.

Il rapporto sottolinea la necessità di andare oltre le medie statistiche utilizzate per misurare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 2000-2015 (ricorrendo a una raccolta di dati più accurata e a una loro disaggregazione), di rafforzare a livello locale i sistemi sanitari, educativi e di protezione sociale e di fare investimenti più intelligenti rivolti ai minori più vulnerabili.