Cosa si intende per sostegno a distanza? Quali caratteristiche devono avere le organizzazioni che se ne occupano? Le Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani, approvate a ottobre dall'Agenzia per le onlus, offrono un quadro di riferimento di regole e principi per le varie realtà che operano nel settore.
Il documento, presentato il 23 novembre a Palazzo Chigi dall'Agenzia e dalla Presidenza del consiglio dei ministri, nasce da un serrato confronto tra le associazioni e le organizzazioni che si occupano di sostegno a distanza, con l'obiettivo di regolamentare un ambito della cooperazione internazionale non adeguatamente disciplinato, ma anche di promuovere una forma di solidarietà con caratteristiche peculiari, garantendo una maggiore trasparenza sui progetti e sui loro promotori.
L'obiettivo del documento, quindi, è duplice: «le Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani – si legge nella presentazione – intendono sia rappresentare un quadro coerente di principi e regole di riferimento per le organizzazioni che operano nell'ambito del sostegno a distanza, sia promuovere questa particolare forma di solidarietà umana, capace di esprimere caratteristiche peculiari e di forte e significativa originalità, tali da differenziarla da altre modalità di donazione e da altre azioni di aiuto».
La scelta di intervenire con le linee guida «nasce – si legge nella relazione introduttiva – dalla constatazione di una accentuata varietà di stili e pratiche» con cui operano le diverse organizzazioni, varietà che da un lato è indice di ricchezza, dall'altro «può indurre nelle persone che si avvicinano a questa forma di solidarietà una sensazione di disorientamento e una domanda di maggiore trasparenza».
L'articolo 1 chiarisce, innanzitutto, che per sostegno a distanza si intende «una forma di liberalità, consistente nell'erogazione periodica, entro un dato orizzonte temporale, da parte di una o più persone fisiche o di altri soggetti, di una definita somma di denaro a un'organizzazione, affinché la impieghi per la realizzazione di progetti di solidarietà internazionale». I progetti, per essere considerati tali, devono avere come destinatari «una o più persone fisiche minori o giovani in condizioni di rischio di povertà ed emarginazione», devono promuovere «il contesto familiare e le formazioni sociali, precisamente identificate, entro cui si svolge la personalità del minore» e favorire «la relazione interpersonale tra sostenitori e beneficiari e/o la creazione di un rapporto di vicinanza umana e di conoscenza».
Gli altri articoli definiscono i requisiti delle organizzazioni che si occupano di sostegno a distanza, i loro impegni – distinguendo fra impegni generali, verso il beneficiario e verso il sostenitore – e i compiti dell'Agenzia per le onlus.
Due gli elementi di novità del documento, la cui adozione – si sottolinea nella relazione introduttiva – «rispetto ai preesistenti codici di autodisciplina segna un passo in avanti»: la natura pubblica del soggetto che le ha redatte e gli impegni di qualità e di trasparenza che l'Agenzia richiede di assumere alle organizzazioni che operano nel settore. (bg)
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