Sostegno alle famiglie, i servizi in Europa

Il sostegno offerto alle famiglie e ai genitori dai servizi sociali dei Paesi europei ricomprende un'ampia tipologia di interventi. Tuttavia, rimangono alcune criticità, che riguardano il coordinamento e l'integrazione tra tutti i soggetti coinvolti nella programmazione e nella realizzazione dei servizi. È quanto emerge dalla ricerca Supporto alle famiglie e ai genitori. Il ruolo dei servizi pubblici, realizzata da European social network (Esn), rete europea indipendente di cui fanno parte associazioni nazionali e locali di dirigenti dei servizi sociali, Regioni, Province, Comuni e altre realtà che operano nel settore.

L'indagine si propone di esaminare le diverse tipologie di interventi di supporto offerti dai servizi sociali alle famiglie e ai genitori in Europa e, in particolare, di valutare in quale misura queste forme di sostegno possano aiutare a ridurre la povertà fra i bambini. Esn, si legge nell'introduzione, «ha voluto concentrarsi sul tema, perché è un aspetto dei servizi sociali che è stato sottovalutato nelle politiche europee».

La ricerca prende in considerazione vari elementi, dai fattori che causano le situazioni di svantaggio in cui si trovano i minori alle forme di sostegno offerte alle famiglie e alla valutazione degli esiti. Diciassette i Paesi dell'Unione europea membri di Esn che vi hanno preso parte: Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Isole Faroe, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Quali sono dunque i principali fattori, presenti nella vita dei genitori, che determinano situazioni di svantaggio per i bambini? Quasi il 90 per cento dei dirigenti dei servizi sociali coinvolti nell'indagine li ha individuati nella dipendenza dall'alcol e nella mancanza di un'abitazione; l'88 per cento, invece, nella dipendenza dalle droghe e il 78 per cento in problemi di salute mentale. Queste le altre condizioni di vita dei genitori che determinano situazioni di svantaggio per i figli, anche se con un'incidenza inferiore rispetto a quelle indicate prima: la disoccupazione dei genitori (32 per cento), una storia di migrazione e avere un solo genitore (30 per cento). Le risposte evidenziano come ulteriori fattori responsabili dello svantaggio un'educazione inadeguata e la mancanza di integrazione nella società.

Vediamo ora quali sono le principali evidenze dell'indagine riguardo alle forme di sostegno. I servizi di supporto offrono misure e interventi che hanno l'obiettivo di aiutare i genitori a sviluppare le loro risorse e competenze (è quanto emerge dalla maggior parte delle risposte, circa il 74 per cento) e sono rivolti alle persone che ne hanno più bisogno, come le famiglie svantaggiate e povere (72 per cento delle risposte). La tipologia di interventi è ampia e comprende, ad esempio, misure di prevenzione e promozione della salute dei bambini nei primi anni di vita, assegni, ma anche programmi ad hoc finalizzati ad accrescere le abilità comunicative e relazionali dei genitori e la loro capacità di risolvere i problemi e forme di sostegno rivolte ad alcune famiglie in particolare, come quelle monoparentali o con difficoltà economiche. Tre le più importanti misure di sostegno rivolte alle famiglie svantaggiate: la cura dei minori fin dai primi anni di vita, aiuti per i bambini e interventi specifici (ad esempio, materiali didattici gratuiti, pasti gratuiti a scuola e accesso gratuito ad attività ricreative e culturali).

L'indagine mette in luce un altro dato importante: «nella maggior parte dei casi il sostegno alle famiglie si fonda sul principio dell'“universalismo progressivo”, secondo il quale quando i bisogni sono più forti anche l'offerta di servizi è più forte. Tuttavia, si è rilevato che i tagli alla spesa pubblica hanno inciso su molti servizi di prevenzione e hanno avuto un impatto anche sugli altri servizi». Dalla ricerca emerge inoltre che «i risultati degli interventi di sostegno alle famiglie e ai genitori sono valutati nella maggior parte dei casi, in particolare riguardo all'interazione fra genitori e figli, alla prevenzione dell'abbandono dei minori e allo sviluppo emotivo e comportamentale dei bambini».

Lo studio si sofferma anche sulla partecipazione di genitori e bambini. A questo proposito si rileva che i servizi pubblici locali cercano di coinvolgere entrambi nei programmi di sostegno, in particolare nelle fasi di identificazione dei bisogni, attuazione e valutazione, ma la loro partecipazione nella pianificazione strategica e nell'elaborazione dei programmi è ancora scarsa. (bg)

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