Mortalità infantile, rapporto Unicef-Oms 2018

27/09/2018 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nel 2017, nel mondo, sono morti circa 6,3 milioni di bambini sotto i 15 anni: uno ogni 5 secondi, per cause che avrebbero potuto essere prevenute. Lo rivela il nuovo rapporto Levels and trends in child mortality, realizzato dall’Unicef, dall’Organizzazione mondiale della sanità, dalla Divisione delle Nazioni Unite per la Popolazione e dalla Banca mondiale.
Secondo i dati del rapporto la maggior parte di questi decessi – 5,4 milioni – avviene nei primi 5 anni di vita e in circa la metà dei casi entro il primo anno (mortalità neonatale).
A livello globale, nel 2017, la metà dei decessi prima dei 5 anni si è verificata nell’Africa Subsahariana e un altro 30% in Asia Meridionale. In Africa un bambino su 13 muore prima del suo quinto compleanno, mentre nei Paesi ad alto reddito questo numero è pari a uno su 185.
Il rapporto evidenzia i notevoli progressi compiuti dal 1990 a oggi nella riduzione della mortalità infantile: il numero assoluto dei decessi nella fascia di età tra 0 e 5 anni è più che dimezzato negli ultimi decenni, passando dai 12,6 milioni del 1990 ai 5,4 milioni del 2017. Tuttavia milioni di minorenni continuano a morire a causa delle circostanze e del luogo in cui sono nati.
«La maggior parte dei bambini sotto i 5 anni – si legge nella presentazione del volume - muore per cause prevenibili o curabili come complicazioni durante la nascita, polmonite, diarrea, sepsi neonatale e malaria. Nella fascia di età tra 5 e 14 anni, invece, la principale causa di mortalità diventano gli infortuni, in primo luogo annegamenti e incidenti stradali».
Anche in questo gruppo di età sono marcate le differenze tra Paesi: un bambino dell’Africa Subsahariana corre un rischio di morte precoce 15 volte più alto che un coetaneo europeo.
Per i bambini, ovunque nel mondo, il periodo più a rischio è quello immediatamente successivo alla nascita: nel 2017 2,5 milioni sono morti nel loro primo mese di vita.