Minori migranti e rifugiati, nuovo rapporto Unicef

12/09/2016 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

In tutto il mondo sono circa 50 milioni i bambini sradicati dalle loro case. È quanto emerge dal rapporto dell'Unicef Uprooted: the growing crisis for refugee and migrants children, lanciato il 7 settembre scorso.
Dei 50 milioni di bambini sradicati dalle loro case, si stima che siano 28 milioni quelli costretti a fuggire a causa di conflitti, mentre milioni di altri si spostano nella speranza di trovare un futuro migliore e una vita più sicura. Fra quelli in fuga dalle guerre, sono 10 milioni i minori rifugiati, un milione i richiedenti asilo in attesa di decisione e 17 milioni quelli sfollati all'interno dei propri Paesi.
Secondo i dati del rapporto, nel 2015 oltre 100.000 minori non accompagnati hanno richiesto asilo complessivamente in 78 Stati, il triplo rispetto al 2014. I bambini non accompagnati sono tra quelli più esposti a rischi di sfruttamento e abuso, come la tratta e il traffico di esseri umani.
I numeri più elevati di minori rifugiati si registrano nei Paesi in guerra: nel 2015, circa il 45% di tutti i bambini rifugiati sotto la protezione dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati proveniva da Siria e Afghanistan.
Il rapporto mostra che laddove vi siano rotte legali e sicure, la migrazione può offrire opportunità sia per i minori che migrano, sia per le comunità che li accolgono. Un'analisi dell'impatto economico delle migrazioni sui Paesi ad alto reddito rivela che i migranti contribuiscono con tasse e contributi sociali in misura maggiore rispetto all'aiuto che ricevono. I giovani migranti e rifugiati possono riempire le lacune nel mercato del lavoro, sia nelle funzioni più specializzate che in quelle manuali, e spesso hanno contribuito alla crescita economica e all'innovazione nei Paesi in cui sono stati ospitati.
D'altro canto, i bambini che hanno abbandonato le proprie case spesso perdono i potenziali benefici della migrazione, come l'istruzione: un bambino rifugiato, infatti, ha 5 volte più probabilità di non frequentare la scuola rispetto ai coetanei.