Mense scolastiche in Italia, nuovo rapporto Save the Children

12/09/2018 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nel nostro Paese la metà degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado (il 49%) non ha accesso alla mensa scolastica. Lo rivela il nuovo rapporto di Save the Children (Non) Tutti a Mensa 2018, un’analisi delle mense scolastiche in Italia da cui emerge una forte disomogeneità sul territorio nell’erogazione del servizio. Anche le modalità di accesso o di esenzione spesso contribuiscono ad aumentare le disuguaglianze, a scapito delle famiglie più svantaggiate.  
Secondo la ricerca, realizzata nell’ambito della campagna Illuminiamo il futuro, sono ancora molte le scuole che non assicurano ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di usufruire della refezione scolastica. «La mensa – si spiega nella presentazione - non solo rappresenta un sostegno all’inclusione e all’educazione alimentare, ma è uno strumento fondamentale per il contrasto della povertà e della dispersione scolastica».
Il quadro che emerge dal rapporto sottolinea alcuni peggioramenti: in 9 regioni italiane (una in più rispetto al 2017) oltre il 50% degli alunni, più di un bambino su 2, non ha la possibilità di accedere al servizio mensa; inoltre si registra un tendenziale peggioramento in quasi tutte le regioni di 1-2 punti percentuali. La forbice tra Nord e Sud si distanzia sempre più. Sono infatti sette le regioni insulari e del Meridione che registrano il numero più alto di alunni che non usufruiscono della mensa: Sicilia (81,05%), Molise (80,29%), Puglia (74,11%), Campania (66,64%), Calabria (63,78%), Abruzzo (60,81%) e Sardegna (51,96%).
Altri dati rivelano che il servizio di refezione scolastica non si presenta omogeneo e uniforme: a fronte di 13 comuni che offrono il servizio a più del 95% degli alunni (tra questi Milano, Prato, Bologna, Cagliari, Forlì, Monza e Bolzano alla totalità o quasi degli alunni), altri 15 garantiscono l’accesso alla mensa a meno del 40% degli alunni che frequentano le scuole primarie. Esistono anche quei comuni che offrono il servizio a meno del 10% degli alunni, come Siracusa (0,88%), Palermo (2,60%), Catania (6%) Foggia (8%) e Taranto (11%).