La vita in comunità e in affido raccontata dai ragazzi

La partecipazione e l'ascolto, diritti fondamentali di bambini e ragazzi sanciti dalla Convenzione Onu del 1989, da altri documenti internazionali e da norme nazionali, sono temi cruciali nel dibattito sulle nuove generazioni, al centro di varie iniziative che cercano di promuovere la loro piena ed effettiva attuazione. Una di queste è il progetto europeo promosso dalla Regione del Veneto e da altre realtà Involved by right, che riguarda l'ambito specifico dei percorsi di accoglienza dei minori in affido e in comunità.

La pubblicazione Coinvolti di diritto. La voce di bambini e ragazzi nei percorsi di cura e protezione - realizzata a conclusione del progetto e presentata il 31 gennaio scorso in occasione di un convegno che si è tenuto a San Giuseppe di Cassola, in provincia di Vicenza - illustra i contenuti di Involved by right e raccoglie i materiali prodotti dai ragazzi che hanno partecipato all'iniziativa: le loro riflessioni sull'esperienza vissuta nelle famiglie affidatarie e nelle comunità, i loro racconti e i loro suggerimenti agli adulti e agli operatori.

La principale finalità del progetto - finanziato dal programma Daphne dell'Unione europea, gestito dall'Azienda Ulss n. 3 di Bassano del Grappa e articolato in cinque fasi - è stata quella di creare nuove forme e occasioni di ascolto collettivo delle ragazze e dei ragazzi in affido e in comunità «favorendo l'emergere di nuove relazioni e consapevolezze utili a promuovere processi di riconoscimento, di empowerment e di partecipazione alla costruzione del percorso di cura».  

Involved by right ha coinvolto 111 bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni accolti in affido e in comunità in diverse località del Veneto (Bassano del Grappa, Asolo, Castelfranco, Montebelluna, Cittadella e Camposampiero) e ha previsto una serie di incontri tra pari a cui hanno preso parte due facilitatori esperti (educatori e animatori con il compito di facilitare la comunicazione tra i ragazzi). Nelle fasi iniziali il percorso che ha coinvolto i minori in affido si è differenziato leggermente da quello proposto per i minori accolti in comunità, ma a partire dalla terza fase i due percorsi si sono armonizzati e fusi per proseguire insieme.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono state le attività svolte dai ragazzi durante gli incontri. L'iniziativa ha preso il via con un “gioco post-it”: i giovani partecipanti sono stati invitati a scrivere un post-it che riportasse una frase, una parola chiave riguardo a un momento delle loro esperienze di affido o di vita in comunità o in casa famiglia oppure una storia, una situazione o un fatto che li avesse colpiti più di altri o che ricordassero meglio di altri. Negli incontri successivi le parole e le frasi scritte sui post-it sono servite a elaborare impressioni e racconti. I ragazzi hanno individuato, così, dei temi chiave relativi alle loro esperienze di affido o di vita in comunità, realizzando dei cartelloni di sintesi degli argomenti scelti.

Le varie attività hanno previsto anche l'uso di altri strumenti, fra i quali la macchina fotografica. Nella pubblicazione sono riportate alcune delle foto scattate dai ragazzi, che riprendono momenti ed episodi particolarmente significativi della loro vita in comunità o nelle famiglie affidatarie.

Molto interessanti le riflessioni, i commenti e i suggerimenti scritti dai giovani che hanno partecipato al progetto e rivolti agli adulti e agli operatori, pubblicati nella parte finale del volume. Testi brevi ma efficaci da cui emerge con forza, fra le altre cose, il bisogno dei ragazzi di essere ascoltati. (bg)

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