La fame mangia i bambini, rapporto Save the Children

23/10/2024 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
copertina del rapporto

I conflitti sono le principali cause dell’insicurezza alimentare per circa 135 milioni di persone in 20 Paesi del mondo. Il nuovo rapporto di Save the Children La fame mangia i bambini evidenzia le conseguenze devastanti delle guerre sulla vita degli adulti e delle nuove generazioni.

«Dall’adozione dell’Agenda 2030 nel 2015 – si legge nell’introduzione -, sono stati fatti alcuni progressi ma siamo ben lontani dal raggiungimento del secondo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, “Fame Zero”, che prevede di porre fine alla fame, assicurare la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione per tutti».

Secondo i dati del rapporto, nel 2023 la fame ha colpito circa 733 milioni di persone, 152 milioni in più rispetto al 2019, equivalenti a una persona su 11 a livello globale. La situazione peggiora in Africa, dove ne soffre una persona su 5, mentre resta stabile in Asia (continente che però continua a ospitare oltre la metà delle persone in condizione di fame nel mondo), e registra progressi in America Latina. A Gaza si riscontra il più alto tasso di malnutrizione a livello globale, con 1,1 milioni di bambini colpiti dal fenomeno. «Questo dato è pari all’intera popolazione infantile che si trova in uno stato di gravissima insicurezza alimentare a causa del conflitto in corso».

Ma le guerre non sono l’unica causa dell’insicurezza alimentare: oltre alle crisi economiche, anche l’emergenza climatica gioca un ruolo determinante. Dalla pubblicazione emerge infatti che i cambiamenti climatici sono all’origine della malnutrizione nel mondo per 77 milioni di persone in 18 Paesi, tra cui 33 milioni di minorenni. Numero più che raddoppiato dal 2018.

Tra i Paesi più colpiti su questo fronte c’è la Somalia: «nei primi mesi del 2024 forti piogge e allagamenti, esacerbati dall’aridità del terreno dovuta ad una prolungata siccità nei mesi precedenti, hanno portato il 21% della popolazione a livelli elevati di insicurezza alimentare (IPC 3-4)».

Si può leggere il rapporto sul sito di Save the Children.

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