A distanza di un anno dalle esplosioni di agosto 2020 che hanno devastato ampie zone di Beirut, i bisogni dei bambini e delle famiglie colpiti sono ancora grandi, amplificati da un’economia al collasso, dall’instabilità politica e dalla pandemia da Covid-19. Una recente indagine dell’Unicef sulla situazione dei minorenni che vivono nella capitale del Libano mette in evidenza la gravità del trauma subito dai bambini e le necessità dei nuclei familiari.
«7 famiglie su 10 – si legge nel sito dell’Unicef - hanno richiesto assistenza di base dopo le esplosioni del 4 agosto dello scorso anno e quasi tutte hanno ancora bisogno di sostegno. La maggior parte delle richieste era per assistenza in denaro e alimentare e la situazione non è cambiata. Un terzo delle famiglie con bambini sotto i 18 anni ha affermato che almeno un bambino mostra ancora segni di stress psicologico. Tra gli adulti, quasi la metà».
Secondo i dati Unicef, due famiglie su tre (68,6%) non hanno avuto accesso all’assistenza sanitaria o alle medicine dopo le esplosioni. «A peggiorare le cose, 1 su 4 ha avuto almeno un membro della famiglia che è risultato positivo al Covid-19 dopo le esplosioni».
Quasi tutte le famiglie hanno dichiarato che le loro case avevano bisogno di riparazioni dopo le esplosioni e circa la metà ha detto che la situazione non è cambiata. Quattro su dieci, inoltre, hanno affermato che il loro sistema di approvvigionamento idrico è stato colpito, e per circa un quarto di quelle famiglie la situazione è rimasta uguale.
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