In conseguenza dei cambiamenti climatici nel 2030 150 milioni di persone avranno bisogno di aiuti umanitari, 50 milioni in più rispetto a oggi; 258 milioni di bambini non ricevono ancora un’educazione adeguata; alla fine del 2021, nel mondo, 435 milioni di ragazze e donne si troveranno sotto la soglia di povertà. Sono alcuni dati del WeWorld Index 2021, ricerca realizzata dalla onlus WeWorld che considera 172 paesi, comparando le condizioni e la qualità della vita di donne e bambini e stilando una classifica mondiale che va dagli Stati con miglior livello di inclusione a quelli caratterizzati da gravissima esclusione.
La classifica finale del WeWorld Index è stata ottenuta valutando le condizioni di vita dei soggetti più a rischio di esclusione, donne e bambini, attraverso l’analisi di 34 indicatori (ambientali, sociali, educativi, economici e di salute).
L’Index 2021 sottolinea la necessità di passare dalla promozione dei diritti delle donne e dei bambini alla loro attuazione, prendendo in considerazione anche gli effetti che il cambiamento climatico ha sulla loro vita e sul loro benessere. Proprio il cambiamento climatico, infatti, è al centro del focus tematico di questa settima edizione della ricerca.
«I Paesi in testa (Islanda, Nuova Zelanda, Svezia, Svizzera e Finlandia) e in coda (Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Ciad) alla classifica – si legge nella presentazione del documento - non cambiano radicalmente rispetto al 2020, ma i dati principali raccontano che il 2021 apre un nuovo decennio di povertà e disuguaglianze, trend negativo iniziato nel 2020. I progressi fatti negli ultimi anni, per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030, hanno subito una decisa battuta d’arresto con l’arrivo del Covid-19». Le categorie sociali più colpite sono quelle che già prima della pandemia vivevano in condizioni di marginalizzazione e discriminazione, tra cui donne e bambini.
I dati dell’Index 2021 rivelano che i paesi più inclusivi per donne e bambini rimangono sostanzialmente gli stessi, con qualche lieve cambiamento nella posizione di alcuni. Peggiorano in particolare la Norvegia (dal primo posto nel 2020 al sesto nel 2021) e la Finlandia (dal secondo al quinto); migliorano invece la Svizzera (dal settimo al quarto) e la Nuova Zelanda (dal quinto al secondo).
Le prime tre posizioni della classifica sono occupate da Islanda, Nuova Zelanda e Svezia. Svizzera e Finlandia sono subito dietro di loro. Si conferma così la supremazia dei paesi del Nord Europa, più la Nuova Zelanda. Nelle ultime posizioni troviamo gli stessi paesi del 2020: Repubblica Centrafricana (170esima posizione), Sud Sudan (171esima) e Ciad (172esima).
«In Italia il prezzo della pandemia è stato pagato di più da donne, bambine e bambini. L’Italia si è rivelato il Paese con il maggior numero di giorni con scuole chiuse in Europa; inoltre, si è assistito ad un peggioramento della condizione economica femminile».
L’Index 2021 è disponibile sul sito di WeWorld, nella notizia dedicata.
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