Unicef, online il rapporto 2023 sulla mortalità infantile

21/03/2024 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
copertina del rapporto Levels & Trends in Child Mortality 2023

Sebbene la mortalità infantile, nel mondo, sia diminuita, la strada da percorrere per porre fine a tutte le morti prevenibili dei più giovani è ancora lunga. Secondo le stime del rapporto Levels & Trends in Child Mortality 2023, il numero dei bambini morti prima del loro quinto compleanno ha raggiunto un minimo storico, scendendo a 4,9 milioni nel 2022. Il tasso di mortalità globale sotto i 5 anni è diminuito del 51% dal 2000 e diversi Paesi a reddito basso e medio basso hanno superato questa percentuale. Ciononostante, c’è molto da fare per prevenire e combattere un fenomeno che continua a colpire molti minorenni e under 24, soprattutto nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale: i dati rivelano che tra il 2000 e il 2022 il mondo ha perso 221 milioni di bambini, adolescenti e giovani, ovvero quasi l’intera popolazione della Nigeria, il sesto Paese per popolazione.   

Il rapporto - elaborato dal Gruppo inter-agenzie delle Nazioni Unite per la stima della mortalità dei bambini, di cui fa parte l’Unicef insieme ad altre realtà – mostra che la tragica perdita di vite umane è dovuta principalmente a cause prevenibili o curabili, come le nascite pretermine, le complicanze durante il parto, la polmonite, la diarrea e la malaria. «Molte vite – si spiega nella presentazione del documento pubblicata sul sito dell’Unicef - si sarebbero potute salvare con un migliore accesso a un’assistenza sanitaria di base di alta qualità, compresi interventi essenziali e a basso costo, come le vaccinazioni, la disponibilità di personale sanitario qualificato alla nascita, il sostegno all’allattamento tempestivo e continuato, la diagnosi e il trattamento delle malattie dei bambini».

Per migliorare l’accesso a servizi sanitari di qualità e salvare le vite dei più piccoli da morti prevenibili, sottolinea il rapporto, occorre investire nell’istruzione, nell’occupazione e in condizioni di lavoro dignitose per gli operatori sanitari che forniscono assistenza sanitaria di base, compresi gli operatori sanitari di comunità, figure professionali che «svolgono un ruolo importante nel raggiungere i bambini e le famiglie di ogni comunità con servizi sanitari salvavita come vaccinazioni, test e medicine per malattie mortali ma curabili, e supporto nutrizionale».

La pubblicazione, inoltre, evidenzia le minacce e le disuguaglianze sostanziali che mettono a rischio la sopravvivenza delle nuove generazioni in molte parti del mondo: «queste minacce includono l’aumento delle disuguaglianze e dell’instabilità economica, nuovi e prolungati conflitti, l’intensificarsi dell’impatto dei cambiamenti climatici e le conseguenze della pandemia da Covid-19, che potrebbero portare a una stagnazione o addirittura a un’inversione dei risultati e a una continua e inutile perdita di vite di bambini».

Lo studio è disponibile sul sito dell’Unicef, nella notizia dedicata.

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