Un Manifesto contro l'educazione violenta

30/03/2010

Una grande campagna contro le punizioni corporali in Italia: la lancia Save the Children, che il 31 marzo a Roma organizza una tavola rotonda sui sistemi educativi familiari. A Roma l'ong presenterà anche un Manifesto per l'educazione senza violenza, aperto all'adesione di tutte le realtà che operano con l'infanzia.

«Vogliamo aprire un dibattito sociale nel nostro Paese e sensibilizzare chi governa sull'opportunità di una nuova legge – spiega Valerio Neri, direttore generale di Stc – Cento anni fa si potevano picchiare i bambini a scuola, ora invece questo è proibito ovunque per legge, tranne che in famiglia». Bisogna intervenire anche in questo contesto, ma non si tratta, puntualizza Neri, di «porre divieti e sanzioni ai genitori: noi vogliamo invece che capiscano che i figli hanno bisogno di buon esempi e che lo schiaffo, usato come strumento di coercizione, è invece un esempio molto brutto». Il segnale, continua ancora Valerio Neri, va lanciato «anche alle tante persone di diversa cultura che abitano in Italia: è nostro dovere aiutare chi vive in Italia ad entrare e capire il sistema dei diritti dei bambini».

La ricerca - realizzata da Ipsos attraverso 1000 interviste telefoniche alla popolazione italiana, questionari on line a 600 genitori e 500 ragazzi, focus group e colloqui con esperti nell’area psico-pedagogica – mette in luce come ancora persista in famiglia un approccio “fisico” all'educazione: «Il 25% dei genitori fa un uso costante di metodi corporali, ma il 52% ammette di ricorrere allo schiaffo in situazioni limite», dice Neri. Eppure, per tutti gli interpellati, «le cose sono cambiate rispetto a qualche decennio fa e ai metodi dei propri genitori: il trend è positivo, la punizione corporale sta sparendo spontaneamente dalla pratica educativa familiare».

L’indagine ha infatti evidenziato una certa reticenza dei genitori all’utilizzo di metodi di punizione corporali anche se lievi: solo l’8% ritiene che il sistema di punizione più efficace sia ricorrere alla sculacciata, mentre il 4% opta per lo schiaffo o ceffone. È invece l’imposizione di una restrizione – come il taglio della paghetta - l’intervento correttivo ritenuto più efficace.

Perciò «i tempi stanno diventando maturi per dare un'ultima spinta e per aiutare anche chi non è italiano – sottolinea Neri – Anche la politica dovrebbe intervenire con una legge per anticipare e indirizzare il senso comune che si sta affermando nelle famiglie».

Per questo Stc lancia la proposta di una nuova norma che vieti qualsiasi atto di violenza, anche all’interno del contesto familiare, e anche se utilizzato con intento educativo. Dice infatti Valerio Neri: «Abbiamo già esempi positivi in tal senso, anche in Europa: l’utilizzo delle punizioni corporali nei confronti dei bambini, anche in ambito familiare, è vietato in paesi come Svezia, Danimarca, Germania, Romania e, dal 2007, anche nei Paesi Bassi, in Portogallo e Spagna».

Della ricerca e dell'importanza di promuovere, anche attraverso una legge, un'educazione senza violenza in famiglia, si discuterà il 31 a Roma, a partire dalle ore 9, alla presenza di un nutrito drappello di esperti. Peter Newell, coordinatore della Global Initiative to End All Corporal Punishment of Children, commenterà i risultati della ricerca presentati da Valerio Neri. Poi spazio alla discussione.

Alla prima sessione, sull'Importanza di promuovere un educazione senza violenza in famiglia, moderata da Andrea Bollini (CISMAI), parteciperanno tra gli altri Paola Di Blasio, direttore del Centro di ricerca sulle dinamiche evolutive ed educative dell'Università del Sacro Cuore; Gianfranco De Lorenzo, presidente dell'Associazione nazionale pedagogisti italiani; Angelo Mari, direttore generale del Dipartimento per le politiche della famiglia. Dell'opportunità di una nuova legge invece discuteranno, con il coordinamento di Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia,  la senatrice Laura Allegrini, segretario della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza; Fabrizia Bagnati, presidente Unione nazionale camere minorili) e Luigi Fadiga , ex presidente del Tribunale per i minorenni e Corte d'appello sezione minori.

La tavola rotonda sarà anche l'occasione per lanciare il Manifesto per un’educazione non violenta: «Non vuole essere una battaglia solo di Save the children – puntualizza ancora Valerio Neri – Stiamo lanciando una battaglia comune, abbiamo già raccolto le adesioni di alcuni prestigiosi esponenti della pedagogia, della neuropsichiatria infantile, del mondo giuridico e dell’associazionismo: chiediamo che tutte le realtà che lavorano per i diritti dei bambini in Italia sposino questa mobilitazione e che anche i cittadini aderiscano attraverso il nostro sito». Nella sezione dedicata alla mobilitazione di Stc è disponibile anche una pagina di FAQ (Frequently asked questions) di approfondimento. (mf)

Foto: crediti

AllegatoDimensione
Icona del PDF programma-definitivo.pdf182.29 KB