L'utilizzo di massa della rete Internet, la diffusione di cellulari sempre più sofisticati, e l'influenza della televisione sui comportamenti dei giovani impongono una riflessione sul rapporto tra media e minori.
Un rapporto complesso, che richiede preparazione da parte degli adulti nella ricerca di soluzioni improntate ad un utilizzo corretto di questi strumenti, e richiama la necessità di un adeguamento del quadro delle tutele verso bambini e adolescenti. E' questo il tema al centro di un'indagine conoscitiva avviata dalla Commissione parlamentare per l'infanzia, con l'obiettivo di valutare la capacità dei media di promuovere la tutela, soggettiva e oggettiva, dei bambini e degli adolescenti attraverso la fruizione di prodotti e contenuti rispettosi dei loro diritti. L'indagine, che prevede un programma di audizioni di soggetti istituzionali, vertici delle televisioni, esperti, ricercatori, docenti universitari, rappresentanti di associazioni, onlus e altre figure, ha preso le mosse con le audizioni del sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, e del Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò. Romani ha illustrato le iniziative del Governo, che intende procedere a un riordino e una razionalizzazione di tutta la materia, in collaborazione con il Parlamento e la Commissione Infanzia. Tra gli impegni immediati, la ricostituzione del Comitato di applicazione del Codice Media e Minori e la predisposizione di un nuovo Codice comprensivo dei nuovi media. E’ in via di recepimento anche la nuova direttiva europea “Servizi Media Audiovisivi”, che estende un nucleo di regole minime in materia di tutela dei minori anche ai servizi non lineari, forniti cioè a richiesta dall’utente. Per quanto riguarda l'adeguamento del quadro delle tutele verso i minori, il governo è orientato a individuare organismi di garanzia ad hoc che, come per la televisione, vigilino sul rispetto del Codice Internet e Minori e del Codice di autoregolamentazione sottoscritto dagli operatori di telefonia mobile. Alcuni degli obblighi previsti dal Codice Internet Minori hanno già acquisito forza di legge in relazione alla lotta alla pedopornografia e allo sfruttamento sessuale dei bambini. Si prevede, inoltre, un’opera di sensibilizzazione del mondo adulto all’uso corretto del Web e delle nuove tecnologie. Va in questa direzione la collaborazione tra il Ministero delle Comunicazioni e l’associazione Save the children Italia, che ha realizzato il sito Ti6connesso rivolto ai ragazzi, agli studenti e ai docenti. Calabrò ha sottolineato come la televisione proponga modelli che possono indurre all’emulazione da parte dei giovani. Per questo è importante individuare uno standard di qualità. L'Autorità ha annunciato, quindi, la predisposizione di un “Libro bianco sugli effetti della programmazione televisiva nei confronti dei bambini e sulla qualità della televisione da mettere a disposizione di tutti coloro che hanno responsabilità in materia di tutela dei minori”. Con un approccio multidisciplinare e un monitoraggio 24 ore su 24, saranno analizzati i programmi di tutte le tv nazionali su tutte le piattaforme, con l’obiettivo di misurarne la qualità e l’influenza sui comportamenti sociali, come ad esempio il bullismo e l’abuso di alcol. Nel suo intervento, Calabrò ha preso in esame anche l'influenza degli spot pubblicitari sui bambini, e ha passato in rassegna i rischi e le opportunità dei new media: videogiochi, videotelefonini, Internet. Principale “porta d’ingresso all’apprendimento delle nuove tecnologie”, i videogames potrebbero essere usati anche per “veicolare e diffondere valori positivi”. Per quanto riguarda i cellulari, il loro uso massiccio e continuo “induce turbative non di poco conto nella vita di relazione dei minori”, documentate da gravi episodi di cronaca che hanno rivelato l’uso distorto di questo strumento, e imposto alcune misure di tutela predisposte dall’Autorità. A proposito di Internet, Calabrò non ha taciuto le difficoltà di intervenire in modo efficace. Le dimensioni planetarie della Rete e l’assenza di una linea comune tra tutti gli Stati rendono praticabile solo la via di un Codice di autoregolamentazione, condiviso dagli operatori, dagli utenti e dalle istituzioni. Navigare su Internet richiede una preparazione e una cultura che permettano di ordinare, classificare e delimitare le informazioni. “Internet non è un posto reale, ma può essere pericoloso quanto un parco o una foresta, posti in cui non ci sogneremmo mai di lasciare solo un bambini. Ma se vicino a lui c’è una persona adulta e fidata, allora questi ambienti diventano fonti di apprendimento e di divertimento”. Un approccio organico alla tutela del minore “implica che non solo i bambini ma anche i loro genitori, insegnanti e formatori, imparino a utilizzare al meglio i servizi audiovisivi nella loro evoluzione”.