Troppi antibiotici ai bambini italiani

11/10/2011

Troppi farmaci ed antibiotici inutili vengono prescritti ai bambini. Se n’è parlato al convegno Uso razionale dei farmaci per i bambini e i loro genitori: un obiettivo dinamico e strategico, organizzato dall'Istituto Mario Negri di Milano. Pochi, semplici suggerimenti possono però aiutare genitori e pediatri. I dati principali illustrati durante il simposio scientifico dicono che i bambini italiani assumono mediamente 3 farmaci ogni anno per le comuni malattie dell’infanzia. Inoltre, e qui sta il dato preoccupante, il 52% dei bambini italiani assume almeno un antibiotico durante l’anno, contro il 14% dei bambini inglesi. Le punte di maggior consumo si registrano in Puglia, col 69%, mentre la regione più “virtuosa” è il Lazio, con solo il 36%.
 
Quello italiano è un dato quasi “fisiologico”, che interessa tutte le classi di età, spiega Maurizio Bonati, capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell’Istituto. Restando agli antibiotici, per esempio, «l'Italia è, dopo la Francia, la nazione con il maggior consumo di questi medicinali» e questo maggior consumo non riguarda solo bambini, ma anche adulti e anziani. Un dato dice tutto: «da soli gli antibiotici e i farmaci respiratori coprono l'80% delle prescrizioni che vengono fatte ai bambini». Un altro farmaco prescritto «troppo frequentemente – dice ancora Bonati – sono i cortisonici per bocca, spesso prescritti in modo inappropriato anche in caso di otite o mal di gola, pur in mancanza di prove di efficacia».
 
È una condotta che può portare parecchie controindicazioni, secondo il medico dell'Istituto Mario Negri. Soprattutto perché, osserva Bonati, «usare l'antibiotico quando non necessario, oltre che inutile, aumenta il rischio di creare delle resistenze batteriche, che possono avere conseguenze negative sul singolo bambino e sui suoi coetanei». Infatti, nel caso di infezioni respiratorie, «le complicanze batteriche di un'infezione virale sono poco frequenti: ciò significa che nella maggioranza dei casi è sufficiente avere pazienza controllando con il paracetamolo l'eventuale febbre e l'antibiotico non è sempre necessario».
 
Di fronte a una febbre del bambino dunque, non bisogna farsi prendere dal panico, raccomandano al Mario Negri. «Quando un'infezione non richiede l'antibiotico, i sintomi (febbre, mal di orecchi, mal di gola) tendono a migliorare dopo 3 giorni», ricorda Maurizio Bonati. Se ciò non accade, «è probabile che l'antibiotico sia necessario, ma una ricaduta non significa che l'infezione era batterica e doveva essere curata con l'antibiotico». Va anche ricordato che «non è così vero che con l'antibiotico i sintomi scompaiano prima: anche per le infezioni in cui l'antibiotico è raccomandato, gli studi indicano che il suo uso potrebbe consentire la scomparsa dei sintomi un giorno o un giorno e mezzo prima».
 
Le raccomandazioni per prevenire le infezioni dunque sono quelle dettate anche dal buon senso: «I genitori non devono fumare in casa, né sul balcone o all'esterno della casa, le mamme allattino al seno almeno nei primi 6 mesi di vita del bambino, il bambino deve avere un'alimentazione varia e ricca di frutta e verdura, va stimolato a fare attività fisica, e soprattutto deve memorizzare alcune semplici norme igieniche come lavarsi le mani bene e spesso (cosa che anche i genitori devono fare) che è il modo migliore per prevenire le infezioni». Questo, puntualizza Bonati, «vuol dire ridurre la frequenza delle infezioni, ovviamente non la loro eliminazione».
 
Anche i pediatri dovrebbero dare il loro contributo nel contrasto all’eccessivo ricorso al farmaco: siano «più critici nella prescrizione, basandosi sulle evidenze scientifiche disponibili più recenti», contrastino «le eccessive richieste dei genitori», partecipino a «studi clinici che valutano i percorsi e gli esiti della propria attività assistenziale». (mf)

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