Tratta: rischio per la sicurezza nazionale

13/05/2009

Dodici milioni e 300 mila – di cui 800 mila trasportate fuori dal loro paese - sono le persone che subiscono sfruttamento sessuale o lavorativo. L'80% sono donne e oltre il 50% minorenni. Questi i dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro - agenzia ONU che promuove la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti

– che appaiono nel rapporto sulla tratta degli esseri umani presentato a Camera e Senato da Francesco Rutelli, presidente del Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

L'arrivo di donne e bambini africani provenienti dalle rotte della tratta sulle nostre coste o adolescenti afghani o curdi infilati sotto i camion provenienti dall'Est e dal Medioriente sono la punta dell'iceberg di un problema che negli ultimi anni è aumentato in modo esponenziale. Secondo ulteriori dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni riportati nel rapporto - 108 pagine in tutto - nel mondo sono circa 1 milione gli esseri umani vittime del traffico, di cui la metà in Europa.

È un mercato che ingrassa le organizzazioni criminali e che oggi, pone questo tipo di business al terzo posto dopo il traffico di droga e armi. «È una vera e propria nuova schiavitù – ha spiegato il presidente del Copasir –  il mercato in maggiore espansione riguarda soprattutto lo sfruttamento sessuale attraverso la prostituzione femminile e dei minori».

I gruppi criminali che sfruttano la tratta risultano essere - in ordine di importanza - cinesi, rumeni, nigeriani e albanesi. Secondo recenti statistiche formulate dall'UNODC (Ufficio ONU su crimine e droga), nel 2007 la schiavitù a livello globale ha generato profitti pari a 91,2 miliardi di dollari Usa mentre il traffico di schiavi è arrivato a 39,7 miliardi e la tratta di schiavi del sesso ha raggiunto quota 35,7 miliardi di dollari americani.

Per redigere la relazione il Comitato ha ascoltato il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Procuratore nazionale antimafia, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza,  l'UNICRI (Istituto di ricerca su crimine e giustizia dell'ONU) e l'AISI, l'Agenzia informazioni e sicurezza interna.

«L'impatto sul territorio italiano fa temere per la sicurezza della Repubblica - ha detto Rutelli - l'Italia è un paese particolarmente vulnerabile in quanto luogo di transito per i flussi migratori. Inoltre da parte delle organizzazioni criminali risulta esserci una continua evoluzione e modifica delle rotte che si adeguano alle strategie di contrasto».

La relazione conclude dicendo che data la situazione si rende necessaria una maggior cooperazione a livello internazionale, occorre una migliore formazione professionale degli operatori della sicurezza ed è necessaria una centralizzazione delle informazioni. (sp)