Studenti e droga, i dati della Relazione al Parlamento

22/10/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Aumenta il numero di studenti tra i 15 e i 19 anni che consumano cannabis. Lo rivela la Relazione annuale al Parlamento 2014. Uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia, una fotografia aggiornata del consumo di droghe che riporta dati relativi al 2013 e al primo semestre del 2014.

Il volume, curato dal Dipartimento per le politiche antidroga, analizza il fenomeno nella popolazione generale (15-64 anni) e nella popolazione scolastica (15-19 anni). Vediamo, nel dettaglio, alcuni dati che riguardano gli studenti.

Sull'uso di cannabis la relazione evidenzia una contrazione dei consumi dal 2003 al 2011 e un incremento nel periodo successivo. Nel 2014 il consumo di cannabis negli ultimi 12 mesi precedenti all'intervista è stato sperimentato dal 23,5 per cento degli studenti, registrando un aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al 2013; la prevalenza dei consumi raggiunge il 27,1 per cento se si considera il consumo almeno una volta nella vita e il 15,8 per cento quando si fa riferimento agli ultimi 30 giorni.  

Diversa la tendenza registrata per il consumo di altre sostanze. Per quanto riguarda la cocaina, ad esempio, i dati mettono in luce un trend decrescente dal 2007 al 2011, seguito da una propensione alla contrazione dei consumi meno accentuata nel periodo successivo, dal 2011 al 2014. Nel 2014 il 2,2 per cento degli studenti italiani riferisce di aver assunto cocaina almeno una volta nella vita e l'1,6 per cento dichiara di aver consumato la sostanza nel corso dell'ultimo anno. Il consumo recente di cocaina, riferito ai 30 giorni antecedenti la somministrazione del questionario, è stato dichiarato dallo 0,8 per cento degli studenti intervistati.

In calo il consumo di eroina fra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Lo 0,21 per cento degli studenti riferisce di aver consumato eroina nel corso dell'anno antecedente l'indagine, mentre lo 0,35 per cento dichiara di averla consumata almeno una volta nella vita. Lo 0,13 per cento, infine, l'ha assunta almeno una volta nei 30 giorni antecedenti la compilazione del questionario. Rispetto alla rilevazione del 2013 si evidenzia un sostanziale calo in tutti e tre i periodi di osservazione.

Aumentano, anche se di poco, i consumatori di stimolanti (ecstasy o amfetamine) nel periodo 2011-2014. Il 2,2 degli studenti li ha provati almeno una volta nella vita, l'1,4 per cento nel corso dell'ultimo anno e lo 0,7 per cento nei 30 giorni antecedenti la compilazione del questionario.

Piuttosto variabile il trend registrato per il consumo di allucinogeni negli ultimi 12 mesi, «caratterizzato da periodi alternati di crescita dei consumi (dal 2003 al 2008 e dal 2012 al 2014) e di contrazione (dal 2008 al 2012)». Il 3 e il 2 per cento degli studenti ha riferito di aver usato sostanze allucinogene rispettivamente almeno una volta nella vita e almeno una volta nell'ultimo anno precedente alla rilevazione, mentre lo 0,9 per cento ha dichiarato di averle consumate recentemente (nel corso degli ultimi 30 giorni).

La relazione contiene anche un approfondimento sul gioco d'azzardo e distingue tra giocatori sociali, problematici e patologici. I primi «considerano il gioco come una buona occasione per socializzare e condividere con altri divertimento, fantasie e aspettative non sproporzionate, tenendo distinti i comportamenti di rischio dai valori della vita»; i giocatori problematici, «pur non essendo ancora arrivati alla vera e propria patologia, hanno già cominciato a separarsi da un atteggiamento prudente nei confronti del gioco», mentre nei giocatori patologici la dimensione ludica è sostituita dalla dipendenza.

Il gioco d'azzardo è un fenomeno che coinvolge anche i più giovani: gli studenti tra i 15 e i 19 anni individuati come giocatori sociali sono il 6 per cento, quelli individuati come giocatori problematici il 4,2 per cento e quelli che hanno un approccio patologico al gioco il 3,7 per cento. Nel biennio 2013-2014 l'indagine registra una tendenza alla contrazione dei casi di studenti con un approccio problematico o patologico al gioco. (bg)