Stop all'uso dei bambini soldato

12/02/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Vittime delle guerre, ma spesso anche costretti a diventarne protagonisti. A loro, i bambini arruolati con la forza nei conflitti armati, è dedicata la Giornata internazionale contro l'uso dei bambini soldato, che si celebra oggi, in tutto il mondo. La Coalizione italiana stop all'uso dei bambini soldato, si legge nel sito dell'Unicef, «esprime grande preoccupazione per le notizie che giungono dalla Siria, dal Sud Sudan e della Repubblica Centrafricana sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati» e in occasione della Giornata lancia il nuovo sito bambinisoldato.it, on line da lunedì scorso.

Della coalizione fanno parte, oltre all'Unicef, Alisei, Cocis, Coopi, Intersos, Save The Children, Telefono Azzurro e Terre des Hommes.

Il fenomeno costituisce una gravissima violazione dei diritti dei minori: i bambini soldato, costretti a combattere, trasportare rifornimenti, svolgere ruoli di spie o scudi umani, sono esposti a violenze e atrocità che ne pregiudicano l'intera esistenza.

Importante documento internazionale di riferimento sul tema è il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati. Entrato in vigore il 12 febbraio 2002, stabilisce che nessun minore di 18 anni possa essere reclutato forzatamente o utilizzato direttamente nelle ostilità, né dalle forze armate di uno Stato né da gruppi armati. Il Protocollo, si spiega nel nuovo sito, «rappresenta un passo importante per la comunità internazionale, ma non completamente soddisfacente. Infatti il limite minimo di 18 anni viene imposto soltanto per l'arruolamento coercitivo, ma non per il reclutamento volontario negli eserciti regolari».

«Ad oggi», scrive l'Unicef, «sono 153 gli Stati che hanno ratificato il Protocollo e si sono impegnati a bandire l'uso dei bambini nei conflitti armati. Tuttavia il fenomeno sembra drammaticamente in aumento: nel mondo, sono ancora più di 250.000 i bambini e gli adolescenti arruolati, di cui molte sono bambine. È impossibile fare stime esatte, ma i dati più recenti, se pur approssimativi, sono allarmanti».

Le ragazze rimaste orfane, si legge nel nuovo sito, «tendono a cercare rifugio e protezione negli eserciti per sfuggire alle dure condizioni della vita di strada, ma una volta arruolate vengono ridotte in schiavitù e costrette a soddisfare i desideri, anche sessuali, dei combattenti».

Bambinisoldato.it, oltre a riportare informazioni sul tema e sui progetti portati avanti dalle associazioni che fanno parte della coalizione e notizie che trattano l'argomento, raccoglie le testimonianze di alcuni bambini costretti ad arruolarsi e contiene una sezione dedicata ai documenti e alle leggi. (bg)