Seconde generazioni, indagine Istat

31/03/2016 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nelle scuole secondarie di primo e secondo grado con almeno 5 alunni di cittadinanza straniera, gli iscritti stranieri nel 2015 ammontano a 148mila nelle prime e a 157mila nelle seconde. Sono alcuni dati dell'indagine L'integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni, condotta dall'Istat nel 2015.
L'indagine ha coinvolto gli studenti delle scuole secondarie inferiori e superiori con almeno 5 iscritti stranieri, i docenti e i dirigenti scolastici, prendendo in considerazione vari aspetti, come il rendimento scolastico dei ragazzi con background migratorio, le relazioni con i pari, il livello di integrazione scolastica secondo i docenti, solo per citarne alcuni.
I dati forniti dall'Istat rivelano che è nato in Italia il 30,4 per cento degli studenti stranieri delle scuole secondarie di primo e secondo grado; il 23,5 per cento è arrivato prima dei 6 anni, il 26,2 per cento è entrato in Italia tra i 6 e i 10 anni e il 19,9 per cento è arrivato a 11 anni e più.
Il percorso scolastico dei ragazzi con background migratorio può presentare diverse difficoltà, sia rispetto all'inserimento in classe, sia rispetto al rendimento.
Per quanto riguarda l'inserimento in classe, infatti, solo il 49 per cento degli alunni stranieri nati all'estero viene inserito a scuola nella classe corrispondente alla propria età, mentre quasi il 39 per cento viene iscritto nella classe precedente e il 12 per cento in classi in cui l'età teorica di frequenza è di almeno 2 anni inferiore a quella del ragazzo.
Per quanto riguarda, invece, il rendimento, l'indagine conferma che gli alunni stranieri, compresi quelli nati in Italia, al termine dell'anno scolastico vengono respinti con maggiore frequenza di quelli italiani. Il 27,3 per cento degli studenti stranieri dichiara di aver dovuto ripetere uno o più anni scolastici. Sono soprattutto i nati all'estero ad avere esperienza di ripetenze (31 per cento), mentre per i nati in Italia la quota di ripetenti è più vicina a quella degli italiani (rispettivamente 18,7 per cento e 14,3 per cento).
I dati sulle relazioni con i pari evidenziano altre differenze rispetto agli italiani: mentre soltanto il 9,3 per cento degli alunni italiani delle scuole secondarie di primo grado ha dichiarato di non frequentare i compagni di scuola al di fuori dell'orario scolastico, per gli stranieri la percentuale sale al 21,6 per cento. La differenza è meno accentuata nelle scuole superiori.
La percentuale dei ragazzi con background migratorio che si sentono italiani sfiora il 38 per cento; il 33 per cento si sente straniero e poco più del 29 per cento preferisce non rispondere. Tra i ragazzi arrivati dopo i 10 anni quasi il 53 per cento si sente straniero, a fronte del 17 per cento che dichiara di sentirsi italiano. La situazione si capovolge tra gli studenti stranieri nati in Italia: si considera straniero solo il 23,7 per cento degli intervistati mentre il 47,5 per cento si sente italiano.
Secondo altri dati dell'indagine, infine, il 20,6 per cento dei docenti ritiene che il livello di integrazione scolastica dei ragazzi stranieri sia ottimo e il 70,7 per cento che sia buono. Gli aspetti problematici messi in luce dagli insegnanti riguardano soprattutto le difficoltà linguistiche incontrate dai ragazzi stranieri.

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