L'obesità è un fenomeno in aumento, che non riguarda solo gli adulti ma anche i più giovani. Proprio a loro si rivolge il programma Scuola e cibo, un progetto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che prevede la graduale introduzione dell'educazione alimentare in tutte le scuole. A partire dal prossimo gennaio la nuova materia sarà insegnata agli alunni delle secondarie inferiori.
Il progetto, avviato nel 2009, ha già coinvolto le scuole primarie e interesserà, nel futuro, anche gli studenti delle superiori e delle università. Grazie al programma, l'educazione alimentare diventa una materia interdisciplinare, che tocca, quindi, tutte le discipline, da quelle scientifiche a quelle storiche e geografiche. Obiettivo di Scuola e cibo, sviluppare e promuovere nelle classi iniziative formative finalizzate a educare i giovani a un'alimentazione corretta, alla sicurezza alimentare e ad assumere stili di vita sani.
Per agevolare gli istituti scolastici, il Ministero dell'istruzione ha redatto le Linee guida per l'educazione alimentare nella scuola italiana. Elaborate lo scorso settembre e divulgate a ottobre, «si propongono di fornire alcuni orientamenti innovativi in materia di educazione alimentare, con precisa attenzione agli aspetti metodologici, per l'elaborazione dei curricula da parte degli istituti scolastici e per l'organizzazione delle attività educative e didattiche, al fine di facilitarne un'adozione graduale, progressiva e operativa» e valorizzano, inoltre, «quanto autonomamente è stato realizzato e capitalizzato nelle scuole in materia di educazione alimentare». Dopo una breve introduzione e la descrizione del contesto sanitario, socioeconomico e culturale in cui si inserisce l'insegnamento della materia nel nostro Paese, le Linee guida si soffermano sul nuovo ruolo della scuola nel campo dell'educazione alimentare e sugli obiettivi, i contenuti e le metodologie della disciplina.
Un altro documento di riferimento in tema di educazione alimentare nelle scuole è il protocollo d'intesa siglato il 22 aprile scorso dal Ministero dell'istruzione e da Federalimentare, con il quale i due firmatari si impegnano, fra l'altro, a individuare strumenti e opportunità formative volte alla diffusione di una corretta educazione alimentare e interventi in materia di formazione del personale scolastico diretti a realizzare un costante scambio di esperienze con il sistema produttivo. I primi incontri di formazione rivolti ai docenti di tutto il territorio, si legge in un comunicato stampa diffuso dall'associazione di categoria, si terranno a Milano il 21 e 22 novembre, a Roma il 28 e 29 novembre e a Bari il 5 e 6 dicembre.
Ma qual è l'entità dell'obesità infantile nel nostro Paese? Quanti sono i bambini e gli adolescenti obesi o sovrappeso? L'indagine a cadenza biennale Okkio alla salute ha monitorato, nel 2010, le abitudini alimentari e gli stili di vita di 42.155 alunni di classi terze della scuola primaria. Secondo questi ultimi dati, riportati nel Quaderno 10 del Ministero della salute dedicato all'obesità, i bambini risultati in sovrappeso sono il 23 per cento, mentre quelli obesi l'11 per cento. I dati 2010 di Okkio alla salute hanno confermato, fra le altre cose, la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari che predispongono all'aumento di peso: il 9 per cento, ad esempio, salta la prima colazione, il 30 per cento fa una colazione non adeguata e il 48 per cento consuma quotidianamente bevande zuccherate o gassate.
In alcune pagine del Quaderno 10 si delinea il quadro specifico dell'obesità infantile, definita come «una delle più gravi questioni del XXI secolo». La gravità della sua diffusione, si legge nel documento, «sta anche nel fatto che i bambini obesi rischiano di diventare adulti obesi e l'obesità è un fattore di rischio per serie condizioni e patologie croniche». (bg)