Scuola, la riforma delle superiori e le altre novità

10/02/2010

Un anno denso di cambiamenti per la scuola. Le novità annunciate di recente dal Governo - definite, nell'ordine, da tre regolamenti e una circolare - riguardano le superiori e l'integrazione degli alunni stranieri. Un'altra novità, sull'obbligo di istruzione, è prevista da un emendamento al disegno di legge "lavoro".

Vediamo, in sintesi, i contenuti principali dei diversi provvedimenti.

La riforma delle superiori. I tre regolamenti, approvati dal Consiglio dei ministri il 4 febbraio, delineano un nuovo assetto dei licei e degli istituti tecnici e professionali, che partirà dall'anno scolastico 2010-2011. Così i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e le diverse sperimentazioni saranno ricondotti a sei licei: artistico, classico, scientifico, linguistico, musicale e coreutico e delle scienze umane.
Di seguito, in breve, le principali caratteristiche dei nuovi licei. Il liceo artistico sarà articolato in sei indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafica e scenografia). Il classico prevederà l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio e il potenziamento dell'area scientifica e matematica, mentre allo scientifico sarà aumentato il peso della matematica e delle discipline scientifiche. Il linguistico prevederà l'insegnamento di tre lingue straniere sin dal primo anno, mentre il liceo musicale e coreutico sarà articolato nelle due sezioni musicale e coreutica. Il liceo delle scienze umane, che sostituirà il liceo socio-psico-pedagogico, avrà un piano di studi basato sull'approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica. La nuova organizzazione dei licei prevede, fra l'altro, un rapporto più forte fra la scuola, il mondo del lavoro e l'università: a partire dal secondo biennio, infatti, gli studenti potranno svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stages o in collegamento con il mondo dell'alta formazione.
Gli istituti tecnici, invece, si articoleranno in due settori – economico e tecnologico – e complessivamente undici indirizzi, mentre gli istituti professionali si distingueranno in due macrosettori – servizi e industria e artigianato - a cui corrisponderanno sei indirizzi. Con il riordino degli istituti tecnici si punta a limitare la frammentazione degli indirizzi. Il riordino degli istituti professionali mira, invece, a riaffermare l'identità di questo tipo di scuola, facendo sì che i giovani acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.

L'integrazione degli alunni stranieri. La circolare n. 2 emanata l'8 gennaio dal ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Mariastella Gelmini – contenente Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana – mette in evidenza alcune criticità legate alla presenza di alunni stranieri nelle scuole, che riguardano, fra l'altro, «la significativa incidenza di dispersioni, abbandoni e ritardi» che caratterizzano il percorso scolastico degli alunni provenienti da un contesto migratorio. A fronte di tali criticità, si legge nella circolare, «occorre dare risposte tempestive e congruenti, già nel breve periodo. In preparazione dell'anno scolastico 2010-2011, in cui tra l'altro prenderanno l'avvio significative modifiche di ordinamento, sarà perciò indispensabile - attraverso una attenta analisi della situazione specifica dei singoli contesti e l'adozione di misure efficaci – considerare con particolare cura una inclusione di alunni stranieri equilibrata ed efficace in grado di favorire uno sviluppo positivo del processo di insegnamento-apprendimento sia per l'istituzione scolastica nel suo complesso, sia per tutti i suoi singoli alunni e studenti».
La circolare raccomanda, quindi, che il numero di alunni stranieri presenti in ciascuna classe non superi, di norma, il trenta per cento del totale degli iscritti. Il limite, che entrerà in vigore dall'anno scolastico 2010-2011 in modo graduale,  può essere innalzato - a fronte della presenza di alunni stranieri già in possesso di adeguate competenze linguistiche - oppure ridotto - a fronte della presenza di alunni stranieri per i quali risulti una padronanza della lingua italiana non sufficiente ad una compiuta partecipazione all'attività didattica – in entrambi i casi con determinazione del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale. La circolare suggerisce, inoltre, alcuni criteri organizzativi, che riguardano la distribuzione degli alunni stranieri tra le scuole e nelle singole classi, gli accordi di rete tra le istituzioni scolastiche e le competenze linguistiche degli alunni stranieri.

L'obbligo di istruzione. L'emendamento proposto dal deputato del Pdl Giuliano Cazzola – recentemente approvato dalla Commissione lavoro della Camera - al disegno di legge n. 1167 collegato alla finanziaria e attualmente in discussione, prevede la possibilità di assolvere l'ultimo anno dell'obbligo di istruzione attraverso l'apprendistato. In base alla nuova disposizione i giovani di quindici anni potranno entrare in azienda con un contratto di apprendistato, concludendo, così, la parte finale del percorso scolastico obbligatorio. Una modifica approvata in fase di revisione finale precisa che per l'attuazione della norma sarà necessaria l'intesa tra Regioni, Ministero del lavoro e Ministero dell'istruzione, sentite le parti sociali. (bg)