Aumentano ancora gli studenti non italiani a scuola: il trend é meno marcato rispetto agli anni scorsi, ma il 42 % di loro è nato in Italia. Alle superiori scelgono soprattutto gli istituti tecnici e professionali ma i bocciati sono ancora tanti. Sono alcuni degli elementi del rapporto ''Alunni con cittadinanza non italiana. A.s. 2010/2011'', anticipati nei giorni scorsi dal ministero dell’Istruzione e dalla fondazione Ismu. Curato da Vinicio Ongini e Mariagrazia Santagati, il rapporto (che sarà disponibile alla fine di questo mese) ha lo scopo di fotografare statisticamente «la realtà degli allievi con cittadinanza non italiana» per favorire «la progettazione di politiche educative adeguate alle trasformazioni della scuola italiana».
Il primo elemento che salta agli occhi nella sintesi presentata durante il convegno milanese dal titolo “Gli studenti stranieri negli istituti tecnici e professionali” è la frenata nell’aumento delle iscrizioni di alunni con cittadinanza non italiana. Se infatti, dal 2002 al 2007, l’incremento era stato di 60-70mila unità, nell’ultimo triennio si è attestato intorno alle 38 mila. Ma in ambito assoluto, gli alunni e studenti stranieri nella scuola italiana continuano ad aumentare: nell’arco di pochi lustri si è passati infatti dai 59mila alunni del 1996/97 (lo 0,8% sulla popolazione scolastica complessiva) ai più di 711 mila del 2010/11 (7,9% del totale). Per numero di iscrizioni, la parte del leone la fa ancora la scuola elementare. «da sempre l’ordine con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana e l’incidenza percentuale superiore agli altri livelli scolastici»: alle primarie sono iscritti quasi 255mila alunni, il 9% sul totale della popolazione scolastica. Questo “predominio” però è in deciso calo, visto che negli ultimi dieci anni la percentuale sul totale degli iscritti stranieri è scesa dal 45% al 35,8%. Cresciuto invece quello delle superiori, passate dal 14% del 2001/02 al 21,6% dello scorso anno.
Sono quasi 300 mila gli studenti nati in Italia, il 42,1% (era il 34,7% nel 2007/08), con punte record del 78% nelle scuole d’infanzia (solo il 9% alle superiori). Per contro cala il numero dei neo arrivati, cioè alunni e studenti che entrano per la prima volta nella scuola italiana: nell’ultimo triennio la percentuale si è dimezzata dal 10% al 5%, cioè 28mila studenti.
Alle scuole secondarie di secondo grado sono iscritti in 153mila e istituti professionali (62mila) e tecnici (58mila) si portano via più della metà del totale (per gli italiani la scuola principale rimane il liceo, scelto dal 43,9% del totale). Nelle scuole professionali c’è anche una maggiore incidenza di stranieri sul totale: in media ci sono 11,4 studenti di origine non italiana ogni 100 iscritti (con grande concentrazione di marocchini, indiani ed equatoriani). Nei licei e negli istituti artistici si concentrano però la maggiore percentuale di studentesse e di studenti nati in Italia.
La sintesi statistica evidenzia come persista comunque «un divario significativo nei tassi di promozione tra alunni di cittadinanza italiana e alunni di cittadinanza non italiana, più basso e in calo negli anni a livello di scuola primaria e, invece, pesante e in crescita a livello di scuola secondaria di secondo grado». Nell’anno 2009/10, la percentuale di bocciati è stata del 30%, il doppio del tasso registrato tra gli italiani. Da questa sorta di naufragio si salvano le femmine e gli studenti del liceo.
Lo scorso anno scolastico in 14mila sono arrivati al diploma, il 3,2% del totale (il 40% degli istituti tecnici e più del 25% del liceo). Sono, annotano gli estensori del rapporto, «numeri destinati a cambiare»: nell’anno scolastico 2005/06, i diplomati si erano attestati a 6.005 e i liceali erano un quinto del totale.
Infine vediamo i gruppi più presenti. I romeni, per il quinto anno consecutivo, sono i più numerosi nelle scuole (126mila), seguiti da albanesi (99mila) e marocchini (92mila). Prendendo poi in considerazione le dieci rappresentanze principali, si nota come siano in netta prevalenza i paesi dell’Europa centro orientale (Romania, Albania, Moldavia, Ucraina), cui segue il gruppo dei paesi asiatici stabile da diversi anni (Cina, India, Filippine), il Nord Africa (Marocco, Tunisia) e, infine, l’Ecuador a rappresentare il continente latinoamericano.
Nell’analisi delle presenze nelle scuole diffuse sul territorio italiano, la Lombardia si conferma la prima regione per maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (173mila allievi): il 24,3% del totale nazionale. Seguono il Veneto (84mila), Emilia Romagna (82mila), Piemonte (68mila) e Lazio (67mila). Ma prendendo come riferimento l’incidenza degli alunni non italiani sul totale della popolazione scolastica, ai primi posti troviamo Emilia Romagna (14%), Umbria (13,3%), Lombardia (12,5%), Veneto (11,9%) e Marche (11,7%). Le regioni con l’incidenza minore di alunni con cittadinanza non italiana sono tutte nel Sud: Puglia (2%), Basilicata (2%), Sardegna (1,8%), Campania (1,6%).
Il volume con tutti i dati sulla presenza di studenti di origine non italiana nelle scuole sarà distribuito gratuitamente, su richiesta alla Fondazione Ismu, e reso disponibile on line sui siti del Ministero e della Fondazione Ismu. (mf)