"Scampia Storytelling", viaggio nelle storie dei bambini

12/01/2015 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Lo scorso novembre il quartiere di Scampia è diventato un grande laboratorio di lettura e scrittura, luogo di confronto e scambio tra bambini e ragazzi, che hanno incontrato autori come Roberto Piumini, Anna Vivarelli, Marco Tomatis e Daniela Palumbo. È successo grazie al progetto Scampia Storytelling, da cui prende il nome l'omonimo festival internazionale che ha animato il quartiere napoletano il 28 e 29 novembre 2014. Un'iniziativa organizzata dall'Associazione italiana scrittori per ragazzi (Icwa), con l'intento di favorire l'incontro tra bambini e adolescenti attraverso la lettura e la scrittura.

La scrittrice Rosa Tiziana Bruno, membro del direttivo Icwa e ideatrice del progetto, racconta com'è nata l'idea dell'evento, che si è svolto nelle scuole di ogni ordine e grado e nei centri di aggregazione giovanile del quartiere: «la scelta di Scampia, ovviamente, non è casuale. Noi scrittori siamo portatori sani di fantasia e non possiamo fare a meno di immaginare orizzonti nuovi, perfino dove nessuno riesce a intravvederli. Quando l'Icwa mi ha chiesto di organizzare l'evento, ho cercato di trovare una strada nuova per favorire l'avvicinamento dei ragazzi alla lettura. Ho pensato al progetto come un viaggio che portasse da Scampia fino nelle case di tante famiglie italiane, passando per altre città e nazioni. Perché la letteratura è essenzialmente un viaggio, un'opportunità d'incontro».

La narrazione si è trasformata, così, in uno strumento prezioso per costruire una rete di storie raccontate dai bambini e dai ragazzi di tutto il mondo. Il progetto, infatti, ha previsto la realizzazione del blog Scampiastories, che raccoglie le storie scritte dai bambini e dagli adolescenti di diverse nazioni, tradotte in spagnolo, inglese e in altre lingue.

«Attraverso la narrazione, il nostro progetto vuole essere un invito per tutta l'umanità a ritrovare la propria unità, attingendo alla spontaneità dei ragazzi. Nella ricerca delle similitudini, oltre che nel rispetto delle differenze», spiega Rosa Tiziana Bruno. «I libri aprono mondi, formano coscienze. A Scampia c'è un gran bisogno di libri, soprattutto per uscire dall'isolamento e acquisire gli strumenti per affrontare una realtà difficile. Perché, inutile negarlo, nel quartiere si continua ad avere paura. Le faide, anche se in forma diversa, proseguono. A pagarne le spese sono soprattutto i piccoli che assistono attoniti e pensano che il mondo sia tutto là, confezionato ad uso dei prepotenti, degli sfrontati. Bambini che abbandonano la scuola, che abitano vicino al mare senza averlo mai visto, che sognano il telefonino ultimo grido e ungono di brillantina i capelli. Adolescenti che si sposano e hanno figli quando hanno appena smesso di essere loro stessi bambini. Eppure c'è una luce meravigliosa sui loro volti, quasi a voler fronteggiare le avversità con la potenza del sorriso».

Il festival - organizzato in collaborazione con altri partner, fra i quali il Ministero della difesa e la Fondazione Telethon - non ha dato spazio solo alla lettura e alla scrittura, ma ha previsto anche momenti musicali e iniziative dedicate alla fotografia e al fumetto. Il fotoreporter Carlo Hermann, per esempio, si è offerto di condurre i bambini alla scoperta delle potenzialità del reportage giornalistico, per invogliarli a raccontare il loro quartiere, così come lo vedono con i loro occhi.

L'evento del 28 e 29 novembre 2014 è solo la prima tappa di Scampia Storytelling, che è destinato a diventare un progetto permanente. «Terremo in vita il blog affinché idee e racconti possano continuare a crescere. Stiamo anche pensando ad altre iniziative, fra le quali un corso di formazione per insegnanti e un workshop di fotografia guidato dal fotoreporter Carlo Hermann». (bg)