Ha preso il via oggi, a Napoli (Castel dell’Ovo), il seminario nazionale Venti anni dalla parte dei cittadini in crescita, due giornate di studio dedicate alla legge 285/1997, norma fondamentale per la promozione dei diritti e delle opportunità di bambini e adolescenti.
L’evento, promosso dal Comune di Napoli e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti, propone una riflessione sul significato e l’impatto che la legge 285 ha avuto sulle politiche nazionali e locali e le pratiche di lavoro a fianco di bambini e ragazzi nel corso dei venti anni passati dalla sua approvazione.
Il seminario ha quattro obiettivi principali: recuperare la memoria storica del ventennio di attuazione della legge, mettere a fuoco le trasformazioni dei bambini dal 1997 a oggi, identificare le proposte culturali e d’intervento ancora attuali e ricche di potenzialità e rilanciare nuovi impegni per gli adulti e le istituzioni.
I partecipanti sono i protagonisti del sistema 285: ragazzi coinvolti in alcuni progetti identificati come esemplificativi dei principi e dell’approccio culturale e metodologico promossi dalla legge, amministratori delle città riservatarie, funzionari di enti locali, regioni e amministrazioni centrali, operatori pubblici e del privato sociale.
I lavori della mattina hanno previsto una sessione introduttiva con vari interventi di esperti e rappresentanti istituzionali, fra i quali quelli del ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano.
«Napoli è una città giovane e noi abbiamo bisogno del protagonismo dei giovani» ha detto il ministro Poletti in apertura del suo intervento. «Le leggi precedenti alla 285 – ha spiegato – sono intervenute in situazioni di emergenza; la legge 285, invece, lavora per il benessere dei bambini e degli adolescenti, per evitare che i problemi nascano».
Il ministro si è poi soffermato sulla recente legge per la lotta alla povertà e ha citato alcune delle esperienze più significative realizzate in attuazione della legge 285, come il Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti e il progetto Get up. «Credo che questa legge ci abbia aiutato – ha concluso – e dobbiamo continuare a sperimentarla».
«L’Italia è un Paese “faro” sul fronte dei diritti. Il problema è quello dell’applicazione pratica della legge» ha sottolineato Albano. La Garante per l’infanzia ha ricordato alcune criticità, come lo spezzettamento delle competenze a livello orizzontale e verticale e l’assenza di servizi sul territorio. «La sfida della Garante – ha detto – è quella di portare la voce dei ragazzi di fronte alle istituzioni».
Alla sessione introduttiva sono intervenuti anche Livia Turco, già ministro per la solidarietà sociale, e il direttore generale dell’Istituto degli Innocenti Giovanni Palumbo.
La sessione pomeridiana prevede laboratori mirati a facilitare lo scambio di esperienze, il confronto di idee e l’individuazione di nuove priorità e obiettivi per le azioni sostenute dalla legge a livello nazionale e locale. I ragazzi saranno impegnati in un lavoro parallelo all’interno di un forum di discussione a cui parteciperanno anche rappresentanti istituzionali delle città riservatarie.
La seconda giornata permetterà di ricomporre il lavoro degli adulti e dei ragazzi e sarà l’occasione per approfondire altri aspetti e presentare i progetti nazionali che attualmente caratterizzano l’evoluzione della legge.