Rischio sismico, genitori e studenti poco informati

30/11/2010

Poco informati e inclini ad accrescere le proprie conoscenze in tema di sicurezza, ma certi dei comportamenti corretti da tenere in caso di terremoto: è la fotografia di studenti e genitori che emerge dalla Seconda indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico, realizzata da Cittadinanzattiva. Duplice il suo obiettivo: da un lato far emergere il livello di conoscenza e percezione del rischio sismico di adulti e ragazzi e dall'altro capire come e se il terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009 abbia contribuito a modificare questo livello e se abbia inciso su scelte responsabili di genitori e figli rispetto all'abitazione e alla scuola. L'indagine - condotta su un campione di 4.411 studenti di scuole secondarie, inferiori e superiori, e 2.490 genitori e presentata il 25 novembre scorso, a Capannori, in provincia di Lucca, in occasione dell'Ottava Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole – conferma, anche se con qualche  variazione, diversi risultati della precedente Indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico (realizzata nel 2009, sempre da Cittadinanzattiva e Dipartimento della protezione civile), fra cui l'alta percentuale di genitori e studenti fatalisti e poco informati sugli eventi sismici e sulla sicurezza del luogo in cui vivono. Molti genitori e molti ragazzi, infatti, (rispettivamente il 44 e il 40 per cento) affermano che il verificarsi di un terremoto è un evento del tutto casuale. Sia gli uni che gli altri, inoltre, hanno una scarsa conoscenza della sicurezza del territorio in cui vivono: fra i vari dati emerge, ad esempio, che il 72 per cento dei genitori e il 74 per cento degli studenti non sa a quale zona sismica appartenga il proprio Comune di residenza. Riguardo alle conoscenze sugli eventi sismici, i genitori sembrano un po' più informati dei propri figli: il 51 per cento afferma correttamente che il terremoto non si può prevedere ma si può determinare la pericolosità di una zona, a fronte del 38 per cento delle risposte esatte fornite dagli studenti, anche se sono alte le percentuali di coloro che affidano la previsione degli eventi sismici ai sismografi (36 per cento dei ragazzi e 32 per cento dei genitori) o agli animali (13 per cento dei ragazzi e 8 per cento dei genitori). Dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, sono migliorate le conoscenze sugli eventi sismici e sui comportamenti corretti nei genitori (lo riconosce il 57 per cento) e soprattutto negli studenti (oltre il 70 per cento). Non si sono verificati cambiamenti importanti, però, sul fronte delle azioni concrete che gli intervistati avrebbero dovuto mettere in atto: circa i due terzi di genitori e studenti non si sono attivati per conoscere le caratteristiche strutturali della propria casa, né le condizioni di sicurezza della scuola frequentata, né la zona sismica in cui si trova il Comune in cui vivono. Poco confortanti anche i dati relativi alla percezione del livello di sicurezza delle scuole: solo un genitore su quattro (24 per cento) si dice sicuro che la stessa sia costruita secondo i criteri antisismici, mentre il 28 per cento degli studenti non ritiene sicura la scuola che frequenta e il 41,5 per cento dichiara di non sapere se la propria scuola sia sicura o meno. Riguardo alle attività di prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44 per cento). L'89 per cento degli studenti, invece, sostiene di aver partecipato alle prove di evacuazione nell'ultimo anno. Altri dati messi in evidenza dall'indagine riguardano la casa. Alcuni evidenziano, ad esempio, che meno di un genitore su due (48 per cento) ritiene sicura la propria abitazione. La percentuale sale se si considerano i figli (56 per cento). La Seconda indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico - realizzata, in collaborazione con il Dipartimento della protezione civile, nell'ambito della campagna Impararesicuri promossa da Cittadinanzattiva - ha coinvolto 178 scuole, appartenenti a 18 regioni e 77 province. (bg)