La povertà è un fenomeno complesso e multidimensionale, difficile da misurare - perché gli indicatori statistici di povertà più utilizzati restano quelli tradizionali del reddito o del consumo - e strettamente legato al concetto di esclusione sociale.
Così la sociologa Anna Laura Zanatta – autrice del percorso di lettura della Rassegna bibliografica 3/2009 – introduce il tema della povertà dei bambini e degli adolescenti. Povertà che rappresenta solo una delle dimensioni dell’esclusione sociale insieme ad analfabetismo, basso livello di istruzione, svantaggi nel mercato del lavoro, disoccupazione, cattiva salute, disagio abitativo, precarietà, incapacità di partecipare alla vita sociale.
Il concetto di esclusione sociale è stato introdotto di recente e si è progressivamente affermato come criterio-guida per lo studio dei fenomeni di deprivazione e per la formulazione dei programmi delle politiche sociali a livello nazionale ed europeo. Dopo tali premesse il percorso di lettura prosegue nell’inquadrare il fenomeno in ambito internazionale, nell’individuare i fattori che lo determinano o possono contrastarlo (le caratteristiche della famiglia, la partecipazione dei genitori al mercato del lavoro, l’efficacia dell’intervento pubblico).
Per quanto riguarda la povertà minorile in Italia (per incidenza e intensità tra le più elevate in Europa), si rileva che le famiglie numerose del Sud con figli minori sono quelle che soffrono la povertà in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro tipo di famiglia.
Secondo la Commissione di indagine sull’esclusione sociale la forte concentrazione territoriale in una parte del Paese e l'incidenza della povertà particolarmente accentuata tra le famiglie numerose con bambini «rappresentano delle peculiarità rispetto ai modelli prevalenti in altri Paesi europei tali da suggerire l’esistenza di un modello italiano di povertà».
Le politiche sociali di contrasto alla povertà minorile in Italia sono inadeguate, perché secondo il giudizio degli studiosi più autorevoli della materia, il modello italiano di welfare è di tipo “familistico” e «le carenze del sistema di welfare pubblico sono compensate dalle reti di aiuto informale». In particolare: «Tra i tratti distintivi del modello mediterraneo di welfare non figura solo la scarsa generosità delle politiche di sostegno alle famiglie e un’iniqua distribuzione delle risorse pubbliche attraverso le linee di genere e di generazione, ma vi sono ricomprese obbligazioni e solidarietà familiari e parentali assai più estese che nel resto dell’Europa occidentale».
L’autrice individua, infine, una relazione diretta tra istruzione e rischio di povertà. Chi ha un elevato titolo di studio ha una probabilità di cadere in povertà molto minore rispetto a chi ha un basso livello di istruzione e, viceversa, chi è povero ha molte meno opportunità di accedere a un alto livello di istruzione rispetto a chi non lo è.
La rottura di questo circolo vizioso diventa un obiettivo di cruciale importanza per evitare la riproduzione della condizione di povertà e di emarginazione e per consentire a tutti i bambini di esplicare le proprie capacità e di usufruire delle opportunità offerte dalla società.
Fabrizio Colamartino cura il percorso filmografico su questo tema analizzando in che modo il cinema ha rappresentato la condizione delle famiglie in bilico tra benessere e povertà. Se attraverso la messa in scena dell’incertezza sociale dei suoi protagonisti il cinema statunitense ha rinnovato e rimesso in discussione il cosiddetto “mito della frontiera”, quello europeo più spesso ha denunciato i cambiamenti nel mondo del lavoro e nell’universo familiare avvenuti negli ultimi decenni. Tali cambiamenti sono stati messi in scena con notevole ritardo – ma anche con più precisione – dal cinema italiano: accanto a diverse opere di fiction decisamente interessanti spiccano per originalità una serie di documentari sul tema della precarietà del lavoro girati negli ultimi cinque anni.
A chiudere il volume la consueta e corposa rassegna di segnalazioni bibliografiche e una selezione di articoli dalle riviste internazionali.
