«Trattare il gioco dal punto di vista della sua rilevanza formativa»: è l’obiettivo del percorso tematico “Sportivi si cresce: gioco e sport nel contesto formativo”, curato da Alessandro Bortolotti e Roberto Farnè per la Rassegna bibliografica 1/2011. Il volume è completato da un percorso filmografico e da segnalazioni e proposte di lettura.
Bortolotti, ricercatore in Didattica e Pedagogia speciale dell’Università di Bologna, e Farnè, direttore del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e docente di Pedagogia del gioco e dello sport, partono dalla centralità del gioco nell’esperienza infantile per affermare l’importanza di esso e dello sport lungo tutto il corso della propria vita. «Quella delle attività sportive è diventata oggi la terza agenzia educativa, dopo la famiglia e la scuola: quasi il 60% dei bambini italiani nella fascia d’età 6-10 anni pratica un’attività sportiva, il 53% con continuità; nella preadolescenza (11-14 anni) la percentuale tocca il 65%», scrivono Bortolotti e Farnè. I veri sportivi in Italia «sono i bambini», ma dopo i 15 anni «queste attività calano progressivamente – nella fascia di età 25-45 anni solo il 32% si dedica ad attività sportive, a 60 anni non arriva al 20%, questo perché si fa sport più per motivazioni socializzanti, piuttosto che agonistiche in senso stretto».
Infatti «per i bambini gioco è, prima di tutto, movimento e questa dimensione è particolarmente significativa nel corso dell’età in cui lo sviluppo del corpo è parte essenziale dello sviluppo globale del soggetto e l’alfabeto motorio non è meno importante di quello linguistico, logico e matematico». Un’importanza che è riconosciuta anche dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989, che nell’articolo 31 sottolinea l’importanza del gioco come diritto fondamentale dei minori di età: «Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età […]».
Gli autori, partendo dalla pedagogia del gioco, analizzano la relazione esistente tra gioco e sport, il giocosport – contrapposto al minisport – il ruolo fondamentale nella pratica sportiva dell’educatore allenatore, lo sport tra infanzia e adultità, l’educazione fisica e sportiva tra scuola ed extrascuola, dedicando ampio spazio allo sport adatto a tutti, ossia rivolto anche alla disabilità, specificando di preferire la definizione “adatto”, anziché “adattato”, sia per sottolineare come a livello educativo ci si debba sforzare per costruire una proposta che funzioni davvero, , sia per esprimer la potenziale universalità delle proposte. Il percorso tematico ha lo scopo capire da una parte che giocare è una cosa seria (la Montessori ha detto che «il gioco è il lavoro del bambino»), dall’altra che, se dello sport abbiamo solo l’immagine della tv e dei giornali sportivi, allora sappiamo davvero poco dello sport.
«Non esiste disciplina sportiva (individuale o di squadra, non competitiva o agonistica), età della crescita (dalla prima infanzia alla giovinezza), area geografica (dagli Stati Uniti fino all’Estremo Oriente), formato e registro audiovisivo (cinema, documentario, serie tv, docufiction, animazione), range qualitativo (dalla produzione di serie B al capolavoro di un autore) che non si siano incontrati e non abbiano dialogato tra loro in un qualche film sportivo», scrivono i curatori Fabrizio Colamartino e Marco Dalla Gassa all’inizio del percorso filmografico. Ma è rappresentazione però che risulta a volte incapace di porre in evidenza questioni fondamentali come la capacità di autogestione, il senso di indipendenza, lo spirito di gruppo, l'affermazione della propria identità da parte di bambini e adolescenti. Il lavoro dei due critici si concentra allora sui film capaci di mettere in scena il desiderio di indipendenza, libertà e affermazione della propria identità concentrandosi su discipline esclusive del mondo giovanile come surf, skateboard e parkour.
Il volume propone poi la consueta rassegna di segnalazioni bibliografiche e una selezione di articoli dalle riviste internazionali.
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