Rapporto Unicef-Irc, povertà minorile in aumento nei Paesi Ocse e Ue

03/05/2017 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Fra il 2008 e il 2014 la povertà infantile è aumentata in 2/3 dei Paesi europei, con aumenti di oltre 15 punti percentuali per Cipro, Islanda e Grecia e di 7-9 punti percentuali in Ungheria, Italia, Irlanda e Spagna. Non un solo Stato europeo ha aumentato le spese per le agevolazioni familiari e 2/3 hanno ridotto la spesa pro capite, mentre le spese per le prestazioni pensionistiche sono aumentate ovunque fra il 2010 e il 2013. Sono alcuni dati che emergono dal nuovo rapporto del Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef Children of Austerity: Impact of the Great Recession on Child Poverty in Rich Countries (I bambini dell’austerità, l’impatto della Grande Recessione sulla povertà dei bambini nei Paesi ricchi).
Il rapporto offre un resoconto dettagliato, in una prospettiva comparativa, degli effetti della crisi e delle risposte politiche adottate dai governi di 41 Stati Ocse e dell’Unione europea, con approfondimenti condotti da importanti accademici su 11 Paesi (Belgio, Germania, Giappone, Grecia, Irlanda, Italia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Ungheria).
I dati dell’indagine rivelano che i tassi di “esigenze mediche non soddisfatte” del 20% più povero della popolazione sono aumentati dall’8 al 14% fra il 2009 e il 2013 in Grecia, uno dei tassi più alti nell’UE. La Spagna ha tagliato le spese per la scuola e l’assistenza sanitaria fra il 2009 e il 2013.
Nel Regno Unito, il tasso di povertà infantile nell’Irlanda del Nord è aumentato dal 23 al 27%, mentre è diminuito di 2-4 punti percentuali in Scozia, Inghilterra e Galles fra il 2007/2008 e il 2013/2014.
Vediamo adesso alcuni dati relativi al nostro Paese.
L’incidenza di rischio di povertà per i minorenni con soglia di povertà fissata ai livelli pre-crisi (2008) è peggiorata in modo considerevole in particolare dopo il 2010. Ha raggiunto un picco nel 2013 (32,6%, in crescita rispetto al 24,7% nel 2008), quando un minorenne su tre viveva sotto la soglia di povertà fissata.
Nel 2008, circa il 9,3% dei minorenni viveva in famiglie con gravi deprivazioni materiali, mentre nel 2012 era il 16,8%, il picco più alto dall’inizio della crisi. Anche se questo indicatore è sceso al 13,7% nel 2014, rimane un livello molto più alto rispetto al 2008. Alcune delle privazioni che hanno registrato sviluppi peggiori sono particolarmente importanti per il benessere dei minorenni, come l’impossibilità di mangiare carne o proteine regolarmente (quasi raddoppiata per i minorenni fra il 2008 e il 2014, dal 7,8% al 13,8%, con un picco del 18,2% nel 2012), di tenere la casa adeguatamente calda (dall’11,5% al 18,4%), e di andare in vacanza (con il 51,5% dei minorenni che viveva in una famiglia che non poteva permettersi di andare per una settimana fuori di casa nel 2012, rispetto al 40,3% del 2008).
L’indagine completa può essere acquistata online sul sito di Oxford University Press.