Involved by right (in italiano Coinvolti di diritto) è un progetto europeo mirato a promuovere la partecipazione di ragazze e ragazzi nei percorsi di accoglienza in affido e nelle comunità educative e familiari, che in Italia ha coinvolto 111 bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni accolti in affido e in comunità, in diverse località del Veneto. Il progetto è stato presentato da alcuni ragazzi che vi hanno preso parte venerdì scorso, a Padova, in occasione del convegno Dal nostro punto di vista. L'agency e la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi nei percorsi di protezione e cura. Incontro che ha offerto l'occasione per far conoscere anche altre esperienze innovative che puntano a creare nuove forme di ascolto collettivo e di partecipazione dei ragazzi coinvolti nei percorsi di cura.
Coinvolti di diritto, promosso dalla Regione del Veneto e da altre realtà e gestito dall'Azienda Ulss n. 3 di Bassano del Grappa, si è articolato in cinque fasi, che hanno previsto, fra l'altro, una serie di incontri tra pari a cui hanno partecipato due facilitatori esperti (educatori e animatori con il compito di facilitare la comunicazione tra bambini e adolescenti), durante i quali i ragazzi hanno svolto varie attività, volte a stimolare il confronto e la riflessione sulle esperienze di accoglienza.
Del progetto abbiamo parlato, a margine dell'evento, con uno dei giovani intervenuti all'incontro, che da alcuni anni vive in una comunità e ha preso parte a Coinvolti di diritto.
Cosa ha rappresentato, per te, il percorso intrapreso grazie al progetto?
Un'esperienza di ascolto e un'opportunità per farci ascoltare. Ho avuto la possibilità di dare dei consigli (la cosa più importante) e sentire altri coetanei che pur vivendo in comunità come me hanno esperienze diverse dalla mia.
Quali sono gli aspetti positivi e i punti critici di questa esperienza?
Gli aspetti positivi: ritrovarsi tutti insieme e poter dare un riscontro alle istituzioni; sono pochi i progetti grazie ai quali i giovani riescono a incontrarsi e dare consigli agli adulti. Vedere poi che gli adulti mettono in pratica questi consigli è una cosa molto positiva. Gli aspetti negativi: a volte è difficile continuare, perché magari ci sono tante persone che vorrebbero continuare; il fatto che i gruppi si restringono, per questioni di rappresentanza.
Il progetto ha contribuito a migliorare i rapporti tra pari e quelli tra ragazzi ed educatori?
Coinvolti di diritto ha previsto la presenza di due educatori esterni (che non sono gli educatori di riferimento delle singole comunità di cui fanno parte i ragazzi che partecipano al progetto), che ci hanno accompagnato durante il percorso. Penso che ogni ragazzo abbia avuto la possibilità di portare questa esperienza anche all'interno della propria comunità e quindi possa aver cambiato qualcosa. Per quanto mi riguarda, mi trovavo già molto bene con i miei educatori e quindi non ho avuto problemi particolari.
Al di là di questa esperienza, quali sono, a tuo avviso, le principali esigenze dei ragazzi accolti in comunità?
Definire bene un progetto per il minore, per la sua famiglia e per il suo futuro. Un progetto che sia chiaro ed efficace.
Quali le maggiori problematiche dei servizi e gli aspetti che dovrebbero essere migliorati?
Penso che molti servizi abbiano la forza e la capacità di mettersi in gioco con vari progetti. A volte, però, i percorsi burocratici sono molto lunghi. Penso che ad ogni modo ci si possa attivare, anche con piccoli incontri, e si possa sempre fare qualcosa.
Cosa ha significato, per te, questa giornata?
Mi è già capitato altre volte di presentare il progetto Coinvolti di diritto. L'abitudine quindi c'era, però non è facile, perché non è facile far capire quello che si vuol dire. Sono contento di aver riportato, insieme al mio gruppo, i nostri consigli alle istituzioni. Il fatto di averli riportati oggi, durante il convegno, fa capire che ci abbiamo lavorato seriamente.
(Barbara Guastella)