Quando il Parental control vende i dati

28/09/2009

Qualsiasi genitore vorrebbe affidarsi a un programma che permetta ai figli di andare sul web in modo sicuro. E ormai tutti conosciamo i software da installare nel pc a protezione dei bambini, quei programmi-filtro che vengono classificati come Parental control. Ma se il software si rivela inaffidabile e vende i dati? Succede anche questo.

«Sapevi che ogni settimana 55 milioni di bambini navigano su internet? E sapevi che ci sono 50 mila orchi on line e che 1 bambino su 7 è oggetto di tentativi di molestie sessuali?» E quanto si legge sul sito di Sentry Parental Control Software.

Davanti a domande come queste qualsiasi genitore viene convinto a installare quel software che serve a proteggere i propri bambini dalle trappole di internet. La versione gratuita del Sentry prevede infatti il monitoraggio dei messaggi istantanei, quello dei siti visitati, il controllo attraverso una pagina web e si può installare su un numero illimitato di pc. Nella versione a pagamento – con pochi dollari – si ha anche il filtraggio dei siti, il controllo delle applicazioni utilizzate e l'allerta istantaneo.

A questo punto, per qualsiasi genitore, diventa quasi automatico scaricare e installare il programma di protezione sul pc utilizzato dai figli. Ma ecco la truffa, il cavallo di troia. Sentry ha una doppia faccia: se dal lato client mantiene tutto ciò che ha promesso, nel suo lato invisibile agli utenti-famiglie monitora i dati e li invia alla terzi con i quali ha siglato un accordo.

La denuncia è stata fatta attraverso un'inchiesta pubblicata dall'agenzia giornalistica Associated Press che ha anche intervistato Parry Aftab, avvocato americano che si occupa di cyber-crimine, privacy, tutela dei minori e temi riguardanti la sicurezza dei bambini su internet.

La Aftab ha segnalato la scorrettezza dell'azienda produttrice del Sentry che se offre un servizio utile alle famiglie per proteggere i bambini, si è ben guardata di avvisare i propri clienti che i dati raccolti in tempo reale durante la navigazione dei minori vengono venduti a terzi. Davanti alla poca chiarezza l'avvocato Usa suggerisce alle famiglie che hanno installato Sentry sul proprio hard disk di spegnerlo.

L'Associated Press, per capire se il comportamento della FamilySafe è nella norma, ha anche chiamato altre aziende che vendono programmi di Parental control le quali hanno smentito in modo categorico di vendere a ditte esterne i dati raccolti durante la navigazione dei minori. Una di queste ha risposto che quelle che riguardano i giovanissimi «sono informazioni estremamente confidenziali».

Da parte sua la FamilySafe Inc, prorietaria del software, risponde che i dati raccolti non infrangono la privacy dell'utente perchè sono anonimi ma sorvola sul particolare che il software prende nota dell'età del minore e, se registrato a nome del genitore, si può benissimo risalire al cognome del bambino.

Ma in che modo viene fatto il monitoraggio? Nel giugno scorso il programma si è evoluto con Pulse, un motore di ricerca di dell'azienda EchoMetrix in grado di leggere i contenuti digitali da molteplici fonti web. Quando un ragazzino entra in un sito o in un forum di discussione, oppure chatta con gli amici e loda o critica un oggetto o un film, un videogioco oppure un programma TV, ciò che dice viene registrato e inviato alle aziende con le quali la casa produttrice del software ha un accordo. Tutto a discapito della privacy. (sp)

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