Reinserire nella società i giovani con procedimenti penali in corso e arginare il fenomeno dei ticket contraffatti sugli autobus cittadini. È questo il duplice obiettivo del Progetto ticket, protocollo d'intesa rinnovato per il secondo anno tra l'Amat, azienda di trasporto pubblico di Palermo, il Centro per la giustizia minorile per la Sicilia e l'Associazione nazionale famiglie emigrati della Sicilia.
Destinatari del progetto sono i minori e i giovani adulti di età compresa fra i quattordici e i ventuno anni sottoposti alla sospensione del processo e messa alla prova – provvedimento con cui il giudice dispone la sospensione del processo e l'affidamento del minore ai servizi minorili dell'Amministrazione della giustizia - e seguiti dall'Ufficio di servizio sociale per i minorenni di Palermo. Loro compito è quello di controllare l'autenticità dei biglietti Amat, per contrastare la contraffazione.
Per arginare il fenomeno, molto diffuso fra gli adolescenti, l'azienda di trasporto ha introdotto una nuova versione del biglietto che permette, attraverso un tagliando di controllo “a strappo”, di verificare l'autenticità dei titoli di viaggio presenti sul mercato.
Il controllo viene effettuato con un software elaborato dall'Amat che consente di verificare la tracciabilità della filiera di produzione, distribuzione e vendita dei biglietti e di accertare, mediante i tagliandi di controllo, l'autenticità dei titoli di viaggio. I ragazzi coinvolti nel progetto, individuati dall'Ufficio di servizio sociale e adeguatamente istruiti sull'uso degli strumenti informatici, svolgono l'attività di verifica nei locali del Centro per la giustizia minorile.
Un vero e proprio laboratorio informatico, insomma, che permette ai giovani addetti al controllo non solo di apprendere nuove nozioni, fra cui quelle relative all'utilizzo degli strumenti informatici, ma anche di svolgere un'attività socialmente utile, a vantaggio di tutta la comunità.
Il progetto, infatti, si ispira ai principi della cosiddetta “giustizia riparativa”, che può essere definita, in sintesi, come una forma di risposta al reato che coinvolge non soltanto il reo, ma anche - direttamente o indirettamente - la comunità nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell’illecito e nell’impegno per la riparazione delle sue conseguenze. (bg)
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