Progetto "Pippi", seminario a Genova

20/04/2012

Il progetto Pippi, promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per prevenire l'allontanamento dei minori dalle famiglie di origine, prevede una serie di incontri su tutto il territorio nazionale, che mirano a far conoscere l'iniziativa e a creare occasioni di confronto fra i soggetti coinvolti. L'ultimo di questi appuntamenti si è svolto il 18 aprile, a Genova.

Il progetto, promosso in partenariato con l'Università di Padova e dieci città riservatarie (oltre a Genova, Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Venezia), mira a prevenire l'allontanamento dei minori con interventi finalizzati al pieno coinvolgimento delle famiglie a rischio e orientati a sperimentare forme innovative di collaborazione tra mondo del sociale e mondo della scuola. Le famiglie che prendono parte all'iniziativa sono complessivamente cento (dieci per ogni città riservataria). Si tratta di nuclei familiari fragili, in difficoltà, negligenti rispetto all'educazione e alla cura dei figli, che presentano problematiche diverse e hanno bisogno di sostegno e accompagnamento. Pippi ha previsto la costituzione di équipe multidisciplinari composte da assistenti sociali, educatori professionali e psicologi, che hanno ricevuto una formazione specifica per seguire il progetto.

Due le sessioni del seminario che si è tenuto a Genova, intitolato Pippi – Il progetto, la metodologia e gli strumenti e organizzato dal Comune insieme al Ministero e all'Università di Padova. La prima è stata dedicata alla presentazione generale dell'iniziativa e alla sua attuazione nel capoluogo ligure, mentre la seconda ha rappresentato l'occasione per approfondire due argomenti: Il piano di valutazione: gli strumenti per valutare e progettare e Il piano di intervento: gli strumenti per rafforzare le competenze di bambini e genitori. All'incontro - rivolto agli operatori dei servizi, agli educatori, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti – sono intervenuti, fra gli altri: Adriana Ciampa, dirigente del Ministero e coordinatore nazionale del progetto; Paola Milani, docente dell'Università di Padova e responsabile scientifico del progetto e Liana Burlando, referente scientifico per Genova.

Nel corso del seminario sono stati illustrati i punti di forza e i nodi critici dell'esperienza genovese. «Un punto di forza – ha spiegato Burlando - è sicuramente il clima collaborativo che si è instaurato grazie al lavoro delle équipe e all'impegno dei genitori. Gli incontri a tema degli operatori con i gruppi di genitori e in parallelo con i gruppi dei bambini hanno creato spazi di scambio e confronto su diversi aspetti di fragilità, che hanno rafforzato le competenze relazionali e genitoriali. Da questi incontri sono nati legami e amicizie tra le famiglie coinvolte nel progetto». Pippi ha avviato, così, un metodo nuovo, basato sul lavoro di équipe e sulla collaborazione tra operatori dei servizi, educatori, psicologi e insegnanti, un approccio innovativo che si è rivelato molto prezioso: «vorremmo continuare a utilizzare gli strumenti e la metodologia del programma anche dopo la fine della sperimentazione, mettendoli a disposizione di tutti i colleghi dell'ambito sociale territoriale».

Non sono mancate, tuttavia, le criticità. «Non è stato facile conciliare l'impegno che ha richiesto un metodo di lavoro intenso come quello previsto dal progetto con il carico di lavoro degli operatori dei servizi. Un'altra difficoltà l'abbiamo incontrata nell'organizzazione delle équipe: le diverse figure professionali che ne fanno parte spesso faticano a coordinarsi e lavorare insieme in un'ottica multidisciplinare». (bg)

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