Gli adolescenti dai 14 ai 17 anni che vivono in Italia sono, al primo gennaio 2015, 2.293.778; di questi, 186.450 sono stranieri. Il 92,6% di loro usa giornalmente (o più volte alla settimana) il telefono cellulare e oltre il 50% ha subito azioni di bullismo e/o cyberbullismo. Sono alcuni dati del Nono Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia 2015-2016 del Gruppo Crc, che ha dedicato l'introduzione di questa edizione del documento proprio all'adolescenza.
Il rapporto I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, presentato l'8 giugno scorso a Roma, approfondisce 50 tematiche che ricalcano i raggruppamenti dei diritti della Convenzione Onu del 1989. Una fotografia aggiornata sullo stato dell'arte delle politiche per l'infanzia da cui emergono criticità su più fronti. Come le lacune sotto il profilo della governance delle politiche a supporto dell'infanzia e degli adolescenti, le numerose leggi ancora ferme in Parlamento (fra le quali la riforma del sistema di protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati), e la carenza di dati certi, completi fra loro e comparabili, sui minori fuori famiglia.
La novità più rilevante rispetto allo scorso anno, si spiega nel comunicato stampa di lancio del rapporto, è l'approvazione, da parte dell'Osservatorio nazionale infanzia, del Quarto Piano nazionale d'azione per l'infanzia, documento «atteso oramai da diversi anni, che però non è ancora stato pubblicato e approvato in via definitiva. Ad oggi, la legge di stabilità e i provvedimenti ad essa collegati si confermano lo strumento principale di intervento, con tutti i limiti che questo comporta in termini di formulazione di strategia ad ampio respiro. In positivo si evidenzia che nell'ultima legge di stabilità è stato introdotto un Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale per garantire in via prioritaria interventi per nuclei familiari con figli minori, nonché un Fondo dedicato specificatamente al contrasto della povertà educativa minorile».
Vediamo alcuni dati che riguardano gli adolescenti, riportati nell'introduzione.
Quattro ragazzi su dieci (il 42%) trascorrono davanti al televisore da una a due ore al giorno; il 24,5% ne fa un utilizzo ancora più intenso, che va da 2 a 4 ore e il 6,2% vi trascorre oltre 4 ore. Inoltre aumenta il numero di coloro che fanno un uso intenso del pc: il 23,6% lo usa da 2 a 4 ore e circa il 12% più di 4 ore.
In costante aumento l'uso di sostanze psicoattive da parte dei giovani: il 63,4 % degli studenti fa uso di alcool, tabacco e cannabis. In crescita anche il fenomeno dell'autolesionismo.
L'Italia è tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione scolastica: nel 2014, il 15% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha conseguito al massimo il titolo di scuola secondaria inferiore. Molti dispersi finiscono per rientrare nella categoria dei Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. L'Istat ne ha contati oltre due milioni, circa il 24% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Una quota significativamente superiore alla media dell'Unione europea.
L'attività sportiva occupa un posto importante nella vita degli adolescenti: il 67,2% dei ragazzi e il 51,5% delle ragazze tra i 14 e i 17 anni svolgono regolarmente attività sportiva nel tempo libero, anche in forma agonistica.
Interessanti i dati sulla lettura. Il 52% degli 11-14enni e il 54% dei 15-17enni hanno letto almeno un libro nel 2015, rispetto al 42% della popolazione dai 6 anni in su.
Nella parte finale dell'introduzione il Gruppo Crc sottolinea la necessità di interventi educativi qualificati, che coinvolgano sinergicamente e congiuntamente gli attori del cosiddetto “quadrilatero formativo” (famiglia, scuola, istituzioni, terzo settore) e, allo stesso tempo, attivino le risorse dei ragazzi e delle ragazze e ne valorizzino il protagonismo.
Alla redazione del documento hanno contribuito 134 operatori delle 91 associazioni del Gruppo Crc. (bg)