Più attenti a scuola con lo sport

23/03/2012

Il movimento aiuta la concentrazione dei bambini. Una ricerca dell'università Foro italico di Roma, pubblicata su Medicine & Science in Sports & Exercise, dimostra come l'attività fisica sia fondamentale nello sviluppo cognitivo infantile.

L'esercizio fisico, infatti, aumenta la capacità di concentrazione e di attenzione. Come afferma la coordinatrice dello studio Maria Chiara Gallotta lo scopo era quello di «valutare la potenziale influenza dei vari tipi di sforzo sulle capacità d'attenzione dei bambini». I ricercatori hanno voluto verificare quello che la maggior parte degli insegnanti spesso afferma, ovvero che, dopo una lezione di tipo “accademico”, gli studenti abbiano di solito un notevole calo di concentrazione. Concentrazione che invece sembra aumentare dopo un esercizio fisico o fisico e cognitivo combinato.

I bambini, a distanza di una settimana l'una dall'altra, hanno seguito una lezione frontale, compiuto attività aerobiche mirate a migliorare la resistenza e svolto dei giochi coordinativi consistenti in sforzi sia fisici che cognitivi allo stesso tempo.

Subito dopo ciascuna di questi attività, sono stati sottoposti ad un test di concentrazione. Il test, come ci spiega Maria Chiara Gallotta «ha mostrato che in tutti e tre i casi la capacità d'attenzione era salita, ma in gradi diversi, con risultati che ci hanno sorpreso». Se infatti, alcune ricerche sugli adolescenti hanno dimostrato che concentrazione e attenzione erano migliorate dopo uno sforzo cognitivo e fisico combinato, si è visto che per i bambini i risultati migliori scaturiscono da sollecitazioni separate.

Dopo la lezione frontale poi, il test ha dato un inaspettato aumento della concentrazione del 9%, contro il 10% dello sforzo fisico e il 4% di quello fisico e cognitivo assieme. Il risultato inaspettatamente alto a seguito della lezione di tipo accademico è soggetto ad alcune variabili che non possono essere misurate, ovvero la capacità dell'insegnante di suscitare interesse negli studenti, l'argomento della lezione e altri fattori.

Il risultato basso dell'attività coordinativa (fisica e cognitiva) sembra essere dovuto invece, secondo Gallotta, allo stress che il bambino accumula durante l'attività.

Entrambe le attività fisiche però, dice la ricercatrice, sono importanti: «Gli esercizi coordinativi, come gli sport con la palla, aumentano le capacità di interazione e di coordinamento, mentre gli sforzi fisici di resistenza servono a favorire un corretto sviluppo fisico e a scongiurare il pericolo dell'obesità infantile».

La ricerca, mettendo in evidenza la stretta relazione tra l'esercizio fisico e l'apprendimento, cerca di sensibilizzare sia le istituzioni scolastiche che i genitori i quali, secondo Gallotta: «Devono essere messi al corrente dei benefici dell'attività motoria e della correlazione tra performance scolastica e esercizio fisico». Nelle scuole elementari infatti, succede spesso che la lezione di educazione fisica venga trascurata poiché considerata di importanza secondaria, e che i bambini non siano seguiti da insegnanti specifici, ma dal maestro unico, il quale non ha le competenze in scienze motorie necessarie. La ricercatrice conclude  che per migliorare la situazione «le ore di educazione fisica dovrebbero essere utilizzate in modo più corretto, dislocate in modo strategico nell'orario, in modo che favoriscano il recupero della concentrazione degli studenti e che le lezioni siano tenute da persone competenti in materia».

Nella scuola di Macolin in Svizzera si è applicato un approccio di questo genere (l'ha raccontanto anche la trasmissione Presa Diretta di Rai3). I bambini di questa scuola infatti, imparano a leggere, scrivere e fare di conto muovendosi, invece che stando fermi ai propri banchi. Gli insegnanti hanno verificato che la concentrazione degli alunni della “scuola in movimento” è maggiore rispetto a quella dei bambini delle scuole tradizionali e che l'elasticità mentale, la creatività e la capacità di risolvere problemi sono molto più alte. (am)

(Foto: crediti)