
La tratta e lo sfruttamento minorile sono fenomeni sempre più complessi, anche a causa delle crisi economiche, delle guerre, dei disastri ambientali e delle migrazioni forzate. Il nuovo rapporto di Save the Children Piccoli Schiavi Invisibili 2025 offre un quadro aggiornato su una delle emergenze più gravi che colpisce l’infanzia e l’adolescenza, con un focus sul ruolo delle tecnologie digitali, che stanno trasformando in modo radicale le modalità di adescamento, controllo e sfruttamento dei bambini e dei ragazzi coinvolti.
Secondo quanto evidenziato dal documento, nel mondo una persona su 4 in condizione di sfruttamento o schiavitù moderna è minorenne. «Questo dato – si legge nel sito di Save the Children - equivale a 12,3 milioni di bambine, bambini e adolescenti, di cui circa 9 milioni sono vittime di matrimoni forzati, mentre i restanti 3,2 milioni sono divisi in sfruttamento sessuale (1,6 milioni), sfruttamento lavorativo o in attività illecite (1,3 milioni) e lavori forzati impostati dalle autorità statali (320.000)». Per quanto riguarda la tratta, nel 2022 più di una vittima su 3 era minorenne.
Dal rapporto emerge che il numero di bambini e ragazzi identificati come vittime di tratta è aumentato del 31% rispetto al 2019. L’incremento è attribuibile alla maggiore incidenza delle ragazze tra le vittime a fini di sfruttamento sessuale, all’aumento dei ragazzi vittime di tratta per lavoro forzato, in particolare in Europa e nel Nord America, e alla forte crescita delle vittime minorenni in Africa subsahariana.
Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime under 18 rilevate a livello globale e nel 60% dei casi il loro sfruttamento è di tipo sessuale, mentre il 45% dei ragazzi è coinvolto in situazioni di lavoro forzato. I Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi risultano quelli con la più alta incidenza di vittime minorenni: più di 3 su 5, tra quelle rilevate, sono sotto i 18 anni (67%). Seguono l’Africa subsahariana e i Paesi del Nord Africa con, rispettivamente, il 61% e il 60% dei minorenni tra le vittime di tratta.
In un contesto di instabilità come quello attuale - segnato da crisi economiche, guerre, emergenze ambientali, migrazioni forzate e dall’acuirsi delle disuguaglianze economico-sociali - le tecnologie digitali vengono usate in modo sempre più sistematico dalle reti criminali per il reclutamento, il controllo e lo sfruttamento, attraverso app di messagistica, social media, criptovalute e strumenti di comunicazione criptata.
Anche le crisi migratorie rendono molti minorenni estremamente vulnerabili: le rotte, che attraversano zone con presenza istituzionale debole, rappresentano opportunità per le reti criminali, che intercettano bambini e adolescenti in fuga o non accompagnati, destinandoli a circuiti di sfruttamento sessuale, lavoro coatto o economia criminale.
Le vittime sono spesso coinvolte in forme multiple di sfruttamento: sessuale, lavorativo, forzato in ambito domestico, fino al coinvolgimento in attività criminali forzate o accattonaggio coatto.
I dati, inoltre, rivelano che tratta e sfruttamento non risparmiano neanche l’Europa. I minorenni vittime dei due fenomeni sono stati identificati in misura maggiore in Francia (29,4%), Germania (17,7%) e Romania (16,3%). In Italia, un Paese crocevia di transito e destinazione, la tratta e lo sfruttamento dei bambini e dei ragazzi rappresentano una realtà sommersa, che coinvolge flussi migratori internazionali e contesti interni di vulnerabilità sociale.
La pubblicazione mette in luce anche una crescita dello sfruttamento sessuale online dei bambini e degli adolescenti, facilitato da pratiche come l’adescamento online e e la distribuzione di materiale di abuso sessuale.
Si può consultare il rapporto sul sito di Save the Children.
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