Percorso penale: un Patto di corresponsabilità?

09/02/2009

Ogni anno, in Italia, su 38 mila minorenni denunciati solo 343 finiscono in carcere. Questo dato mette il nostro paese in fondo alla classifica degli adolescenti che vanno dietro le sbarre. Lo ha affermato Franco Occhiogrosso, presidente del Centro nazionale e del Tribunale per i minorenni di Bari nel suo intervento durante il seminario Adolescenti e percorso penale, a Padova il 6 febbraio.

Secondo Occhiogrosso, anche se il numero dei ragazzi reclusi è basso rispetto alle denunce, non significa che le cose vanno bene: dietro ogni intervento mancato a favore dei minorenni c'è la mancata tutela di un diritto. E ha ricordato che il denaro speso è servito a evitare che i ragazzi finiscano in prigione anziché fare in modo che rimangano reclusi.

Tra i problemi portati alla luce dal presidente del Centro nazionale la mancanza di corsi di formazione indispensabili per il miglioramento dell'accoglienza e il rischio di provvedimenti ministeriali che cancellano la giustizia minorile.

Durante il seminario è anche nata la proposta di un Patto di corresponsabilità. Servirebbe a unire gli sforzi dei servizi del penale (come gli Uffici di servizio sociale per i minorenni del Ministero della giustizia), dei servizi del civile (i servizi sociali pubblici e del terzo settore di un territorio) e degli altri attori della comunità locale, attivabili su specifiche esigenze quali il lavoro o il bisogno di un alloggio.

Questo orientamento permetterebbe di elaborare un Progetto educativo individualizzato (Pei) condiviso con l'adolescente, che si adatti realmente alla storia e alle sue intenzioni. Il volume Ragazzi 'fuori' a cura di Marina Camonico, (Comunità Edizioni), presentato in occasione del seminario contiene varie analisi e proposte su questo tema. (sp)