Nel 2003 il Centro nazionale pubblicò il n. 3 di Cittadini in crescita, nel quale si parlava delle conseguenze psicologiche subite dai bambini coinvolti nei conflitti armati, sia come vittime civili che come vittime "attive"(bambini soldato). Qualche anno fa Unicef-Belgio fece una campagna TV provocatoria per denunciare il coinvolgimento dei bambini nelle guerre, che a loro non appartengono: un cartone animato sui Puffi, i famosi omini azzurri conosciuti da tutti i bambini mostrava il bombardamento del loro villaggio.
Ma nonostante siano passati diversi anni la piaga dei bambini soldato non si attenua e continua a scuotere il mondo. Qualche giorno fa Human Rights Watch, l'Osservatorio per i diritti umani ha presentato la relazione “Coercion and Intimidation of Child Soldiers to Participate in Violence” (Coercizione e intimidazione verso i bambini soldato per farli partecipare ad azioni violente) un rapporto di sedici pagine che vuole portare il problema all'attenzione dei governi e dell'opinione pubblica.
Il documento di Human Rights Watch dice che in ben diciotto paesi, bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni partecipano a conflitti armati. In questi paesi, la maggior parte dei quali dilaniati da lunghi anni di guerre interne, spesso bambine e bambini vengono rapiti per essere utilizzati, se hanno “fortuna” come cuochi e messaggeri oppure spie e frequentemente vengono costretti a combattere e mandati in prima linea o addirittura spinti in campi minati davanti ai militari adulti o in missioni suicide. Le bambine e le ragazze invece il più delle volte vengono violentate o diventano parte dell' “harem” dei capi.
Secondo un documento delle Nazioni Unite presentato nel 2006 sono circa 250 mila soldati bambini che hanno un'infanzia negata e che vengono arruolati in eserciti fantasma e obbligati a uccidere.
Ma non solo i gruppi di guerriglia antigovernativa o gli eserciti irregolari ad utilizzare i bambini; ci sono anche gli eserciti regolari come quello di Myammar già denunciato nel 2007 sempre da Human Rights Watch. Il rapporto riporta le testimonianze di varie bambine e bambini di Angola, Burma, Colombia, Liberia, Nepal, Sierra, Leone e Uganda. In Angola, racconta un ex bambino soldato catturato dall'Unita, (la guerriglia antigovernativa) che per dissuadere i piccoli dalla fuga i loro comandanti, davanti agli altri bambini, senza curarsi se c'erano parenti, fucilavano coloro che avevano cercato di scappare. Scioccanti esperienze di bambini in guerra in poche frasi che colpiscono come un pugno nello stomaco. (sp)