Mortalità infantile in diminuzione, ma c'è ancora molto da fare

Dal 1990 al 2012 il numero delle morti infantili in tutto il mondo è passato da oltre 12 milioni a 6,6 milioni. Lo rivela il nuovo rapporto Levels and trends in child mortality, realizzato dall'Unicef, dall'Organizzazione mondiale della sanità, dalla Banca mondiale e dal Dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite.

Un dato importante, segnale di una tendenza positiva che però va accelerata: nonostante molti Paesi abbiano fatto notevoli progressi, siamo lontani dal raggiungimento dell'Obiettivo di sviluppo del millennio numero 4, che si propone di ridurre il tasso di mortalità sotto i 5 anni di due terzi tra il 1990 e il 2015.

Proprio per questo - si spiega nella presentazione del documento sul sito dell'Unicef - è necessario un grande impegno da parte di tutti gli Stati, che devono adottare con urgenza misure e interventi volti a prevenire e combattere un fenomeno che purtroppo è ancora molto diffuso.

Polmonite, nascite premature, asfissia neonatale, diarrea e malaria sono le principali cause di morte dei bambini. Un'alta percentuale di decessi dei minori sotto i 5 anni (circa il 45 per cento) è legata alla malnutrizione. Circa la metà si verifica solo in 5 Paesi: Cina, Repubblica Democratica del Congo, India, Nigeria e Pakistan.

Particolarmente a rischio i neonati. Bambini che potrebbero essere salvati se avessero accesso ad alcuni servizi di assistenza sanitaria di base, durante e dopo il parto, a farmaci a basso costo come gli antibiotici, a pratiche come il contatto pelle a pelle tra madre e neonato e all'esclusivo allattamento al seno per i primi sei mesi di vita.

I tassi più elevati di mortalità infantile si registrano nell'Africa subsahariana, regione che, tuttavia, ha fatto grandi passi avanti nella lotta contro il fenomeno: il tasso annuale di riduzione della mortalità, infatti, è passato dallo 0,8 per cento nel periodo 1990-1995 al 4,1 per cento nel 2005-2012. Un risultato che merita attenzione, frutto di «importanti politiche pubbliche, investimenti prioritari e azioni per affrontare le cause principali di mortalità infantile e arrivare anche alle popolazioni più difficili da raggiungere».

Nella presentazione del documento si fa riferimento a una serie di iniziative intraprese a livello globale e nei singoli Paesi per migliorare l'accesso alle cure delle donne e dei bambini. Fra queste, Committing to child survival: a promise renewed, un appello lanciato dai governi di Etiopia, India e Stati Uniti insieme all'Unicef per prevenire la mortalità infantile, che è stato firmato da 176 Stati.

Un altro recente rapporto dell'Unicef, il Progress Report 2013 Committing to child survival: a promise renewed, esamina la tendenza della mortalità infantile dal 1990, analizza le cause principali dei decessi dei minori sotto i 5 anni e sottolinea gli impegni nazionali e globali per salvare la vita dei bambini. (bg)