Minori stranieri non accompagnati, rapporto annuale Sprar

04/08/2016 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nel corso del 2015 il numero di minori stranieri non accompagnati accolti nei progetti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) è aumentato in maniera significativa rispetto all'anno precedente: si è passati infatti dai 1.142 nel 2014 ai 1.640 nel 2015, su una rete attiva di 977 posti. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2015 del Sistema Sprar, presentato di recente.
La pubblicazione riporta i dati sul Sistema Sprar per l'anno 2015 e approfondisce alcuni aspetti qualitativi della rete, tra cui i servizi e le modalità di accoglienza, l'organizzazione delle équipe dei singoli progetti, l'attività formativa per gli operatori.
Un paragrafo del primo capitolo è dedicato ai minori stranieri non accompagnati nella rete Sprar.
Secondo i dati forniti dal rapporto, il primato della nazionalità gambiana rimane invariato rispetto all'anno precedente con il 35,5% degli accolti. Seguono il Senegal (11,3%), il Mali (10%), la Nigeria (8,4%), l'Egitto (5,5%), il Bangladesh (4,5%), l'Afghanistan (4,1%), la Costa D'Avorio (3,4%), il Ghana (3,3%) e il Pakistan (2,7%).
Riguardo alla distinzione di genere, rimane costante la presenza pressoché assoluta di minori di sesso maschile, pari al 99,8% degli accolti.
I dati relativi all'età rivelano che oltre la metà (52,7%) dei minori stranieri non accompagnati accolti nella rete Sprar risulta neomaggiorenne al momento della rilevazione. Il 45,8% è compreso nella fascia tra i 15 e i 17 anni, mentre l'1,3% ha tra i 12 e i 14 anni e lo 0,2% tra i 6 e gli 11 anni.
«La tipologia di permesso di soggiorno prevalente tra i minori», si legge nel rapporto, «è in linea con il dato complessivo della categoria degli adulti accolti: il 59% è infatti richiedente protezione internazionale, a testimoninanza del veloce inserimento all'interno dei progetti della rete Sprar poco dopo l'arrivo sul territorio italiano. Il 34% è titolare di protezione umanitaria, il 4% è titolare di protezione sussidiaria e il 3% è rifugiato».