Minori stranieri e giustizia minorile in Italia

10/03/2008

L'Ufficio Studi Ricerche e Attività Internazionali del Dipartimento per la Giustizia Minorile, l'11 marzo, presenta a Roma il volume tematico sui minori stranieri che entrano nel circuito penale.

Sullo sfondo della popolazione straniera presente in Italia anche non regolarmente, lo sguardo è incentrato sui minori che spesso presentano problematiche di integrazione socio-culturale, sui rischi del coinvolgimento in attività criminali e sulle difficoltà di offrire opportunità di risocializzazione come per i minori italiani.

I temi in agenda sono: lo stato di avanzamento delle procedure di finanziamento dei piani regionali, la configurazione del modello di monitoraggio, la qualità e la quantità delle sinergie tra sistema pubblico e sistema privato, oltre al ruolo dell’associazionismo familiare e la valutazione dell’esperienza delle “Sezioni Primavera”.

I minori stranieri, visti attraverso i numeri della statistica ufficiale, appaiono poco visibili in termini di popolazione regolare, ma purtroppo molto evidenti nei percorsi giudiziari e penali della Giustizia minorile.

Secondo i dati Istat del 2006, costituiscono il 5,9% della popolazione minorile. Il 29% circa dei minorenni denunciati alle Procure della Repubblica per i Minorenni, sono presenti negli Istituti penali minorili in misura maggiore rispetto ai minori italiani (54% dei minorenni detenuti).

Lo scarto maggiore si ha sugli ingressi in istituto penale per custodia cautelare, più che sugli ingressi in esecuzione di condanna. I minorenni stranieri cadono più facilmente nella rete del sistema di sicurezza delle forze di polizia e “finiscono” nei Centri di Prima Accoglienza del Ministero della Giustizia costituendo così l’utenza numericamente più rilevante.

C'è forse maggiore visibilità dei reati degli stranieri? E’ uno degli interrogativi che la riflessione sui dati statistici ha richiamato. L’analisi delle tipologie di reato evidenzia che, anche fra gli stranieri, prevalgono i reati contro il patrimonio, quindi non è la maggiore gravità o pericolosità sociale l’elemento che fa la differenza.

Sicuramente le minori possibilità di offrire loro soluzioni alternative rispetto ai minori italiani, per i quali possono essere coinvolte le famiglie, concorrono a definire tali percorsi. Aumenta, comunque, considerevolmente rispetto al passato, la misura cautelare del collocamento in comunità, indicativa dello sforzo nell’ individuazione di soluzioni penali configurabili come forme di custodia “attenuata”, volte ad evitare l’esperienza del carcere a minori di fatto privi di riferimenti positivi. La normativa internazionale, d’altra parte, fin dall’1985 ha stabilito il principio per cui nei confronti dei minori “la detenzione preventiva può essere usata come ultimo mezzo…”.

L'11 marzo, alle ore 11,00, presso l'Aula Magna del Tribunale per i minorenni di Roma, verrà presentata la pubblicazione “Minori Stranieri e Giustizia Minorile in Italia. All'incontro partecipano il ministro della Giustizia Luigi Scotti, Marcella Lucidi, sottosegretario al ministero dell'Interno e il capo dipartimento Carmela Cavallo che introduce ai temi del volume sui minori stranieri nei Servizi Minorili della Giustizia e sulle principali problematiche connesse.

Per informazioni
Dipartimento Giustizia Minorile
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