Minori rom, sinti e caminanti, secondo seminario sul progetto nazionale

31/01/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Il 27 e 28 gennaio scorsi l'Istituto degli Innocenti di Firenze ha ospitato il secondo seminario nazionale di formazione del Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti. Due giornate rivolte agli operatori che prendono parte all'iniziativa sperimentale, promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per favorire l'integrazione scolastica e l'inclusione sociale dei minori rom, sinti e caminanti.

Il progetto coinvolge 13 città riservatarie (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia), e ha come destinatari i bambini e gli adolescenti rom, sinti e caminanti e non, di età compresa fra i 6 e i 14 anni, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, il personale ATA, le famiglie rom, sinte e caminanti e tutte le altre famiglie. L'Istituto degli Innocenti garantisce l'assistenza tecnico scientifica all'attuazione del progetto, con la collaborazione di esperti nazionali.

Le attività, avviate tra ottobre e dicembre, riguardano due ambiti di vita dei minori rom, sinti e caminanti: la scuola (le prime classi delle primarie e delle secondarie inferiori) e il campo (o contesto abitativo). Gli interventi realizzati nelle scuole (incontri formativi per i docenti e laboratori e attività didattiche di cooperative learning rivolte agli alunni) puntano a migliorare il clima scolastico, mentre le attività realizzate nei campi o negli altri contesti abitativi dei bambini e degli adolescenti rom, sinti e caminanti mirano a integrare gli obiettivi di successo scolastico con quelli volti alla promozione del benessere complessivo del bambino in relazione alla sua famiglia. In questo caso si cerca, quindi, di rafforzare il lavoro fatto a scuola, ma anche di favorire l'accesso ai servizi locali delle famiglie coinvolte e una loro partecipazione più attiva, nella relazione con la scuola e con le altre famiglie.

Le due giornate hanno previsto interventi di esperti e lavori di gruppo, spazi aperti allo scambio di riflessioni, idee e pratiche che hanno rappresentato un'opportunità preziosa di condivisione e confronto per gli operatori, a partire dalle esperienze realizzate nelle 13 città. Il seminario ha offerto, così, l'occasione per fare il punto sull'andamento delle attività e approfondire vari aspetti, fra i quali il monitoraggio e la valutazione del progetto.

La prima giornata ha dato spazio agli interventi di Raffaele Tangorra, direttore generale del Ministero, Maria Teresa Tagliaventi, referente scientifico del progetto, e altri esperti che collaborano all'iniziativa. Nella seconda giornata gli “operatori scuola” e gli “operatori campo”, suddivisi in due gruppi distinti, hanno lavorato insieme, per individuare i punti di forza, le criticità del progetto e le possibili soluzioni nelle rispettive aree di intervento.

Questi alcuni punti di forza riscontrati dal gruppo di operatori scuola: il cooperative learning in classe aumenta la partecipazione dei bambini; la formazione risulta training esperienziale più efficace e lavorare insieme diventa un antidoto contro la solitudine professionale. Gli operatori scuola hanno individuato anche varie criticità: ad esempio, le difficoltà del sistema scuola (dirigenti poco coinvolti, taglio dei fondi, ecc.) e i tempi progettuali in conflitto con i tempi scolastici.

Il gruppo di operatori campo si è concentrato su tre tematiche: le relazioni scuola-famiglia, l'inserimento in appartamento delle famiglie rom, sinte e caminanti e l'accesso ai servizi. Nell'elenco delle criticità rilevate compaiono, fra le altre: la resistenza culturale degli insegnanti (prima tematica); la creazione di quartieri ghetto (seconda tematica); gli ostacoli normativi e la discontinuità degli interventi (terza tematica).

I lavori del primo gruppo sono stati coordinati da Stefania Lamberti, docente all'Università di Verona, mentre il secondo gruppo è stato coordinato dall'antropologa Tiziana Sgubin.

Per approfondimenti sul progetto si rinvia alla sezione dedicata di questo sito. (bg)

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