Minori e web, dieci miti da sfatare: li propone il rapporto conclusivo di EuKids Online, l'indagine europea sull'esperienza dei rischi on line e le strategie che bambini, adolescenti e genitori adottano per proteggersi.
Il progetto, che si è sviluppato per due anni grazie al sostegno del Safer Internet Programme della Commissione europea, ha intervistato mediante questionari 25mila minori europei e i loro genitori nei 25 paesi dell'Unione con lo scopo di supportare con evidenze scientifiche migliori politiche di promozione della sicurezza online.
I risultati dell'indagine, già anticipati lo scorso anno, in sintesi rilevano come Internet faccia ormai parte della vita di bambini e adolescenti europei (in media, nella fascia 9-16 anni, ogni giorno si trascorrono on line circa 88 minuti, con una crescente percentuale di utilizzo da smartphone) e che opportunità e rischi del web vanno a braccetto. L'esposizione ai rischi è comunque differente a seconda del paese in cui si vive: per esempio, statistiche alla mano, i minori italiani sarebbero meno vulnerabili dei coetanei europei, ma semplicemente perchè il nostro paese è tra gli ultimi in Europa per alfabetizzazione digitale e possesso di specifiche competenze che garantiscono maggiore sicurezza nella navigazione. Nonchè in coda per la percentuale di case connesse all'Adsl: solo il 39% (peggio di noi solo Grecia, Turchia, Bulgaria e Romania).
Il rapporto finale di EuKids si conclude con l'elenco dei dieci principali miti da sfatare sui rischi on line, basati sugli elementi emersi dall'indagine:
- I nativi digitali sanno già tutto: è esagerato dire che i bambini conoscano Internet meglio dei genitori. Solo il 36% nella fascia 9-16 si dice sicuro di questo: anzi, nella fascia 9-10 anni due su tre sono sicuri di saperne meno di mamma e papà. L'abuso dell'etichetta “nativi digitali” mette in secondo piano il bisogno che bambini e ragazzi vengano supportati nell'acquisizione delle loro “abilità digitali”.
- Ora tutti possono essere creativi: secondo l'indagine, nell'ultimo mese solo un ragazzo su cinque ha usato un sito di file sharing o creato un proprio avatar e la metà di questi ha un blog. Le attività creative sono le meno gettonate sul web: anche nei social network, i minori prediligono contenuti già pronti e di massa.
- Gli under 13 non possono usare i social network: il 38% nella fascia 9-12 ha un profilo social, spesso barando sull'età o aggirando i supposti limiti di età. Questi ragazzi mettono on line le proprie informazioni personali e interagiscono con persone che non conoscono. Cosa fare allora?
- Tutti guardano porno on line: l'esposizione a contenuti pornografici risultano minori delle attese. Solo un quarto degli intervistati ha visto immagini a contenuto sessuale nell'ultimo anno e solo uno su sette le ha trovate on line.
- I bulli sono cattivi: il 60% di quelli che fanno i bulli on line o off line sono stati a loro volta vittime di bulli. Chi è coinvolto in episodi di bullismo (il bullo stesso o la vittima) tende a essere psicologicamente più fragile e vittima di un circolo vizioso di comportamenti.
- Gli amici on line sono per lo più sconosciuti: l'87% di ragazzi tra gli 11 e i 16 anni interagiscono on line con persone che conoscono nella vita reale. Quattro su dieci lo fanno con persone conosciute sul web ma che appartengono al loro giro di amicizie o familiare. Solo il 9% ha incontrato un'amicizia nata su Internet: pochi sono andati da soli o hanno incontrato qualcuno più grande e solo l'1% ha avuto un'esperienza negativa.
- Chi è vulnerabile off line lo è anche sul web: sebbene le prove sembrino supportare questa tesi, non esiste un quadro chiaro e contestualizzato che autorizzi a definire i collegamenti tra rischi off line e on line.
- Tenere il pc in salotto aiuta: consiglio obsoleto. Il 53 % degli intervistati usa Internet a casa degli amici, il 49% dalla propria cameretta e il 33% dal telefono. Sarebbe più opportuno educare i genitori a parlare di Internet ai figli o a condividere con loro qualche esperienza on line.
- Insegnare abilità digitali diminuisce i rischi on line: in teoria, una maggiore abilità nello sfruttare Internet espone a maggiori opportunità e anche a maggiori rischi. Di sicuro l'ambiente web non è pensato per i minori, ma una maggiore capacità di gestire il mondo on line può ridurre l'esposizione a contenuti dannosi.
- I ragazzi sanno aggirare i programmi filtro: in realtà, solo il 28% nella fascia 11-16 anni interviene sui filtri di sicurezza. Anzi, l'intervento genitoriale di controllo viene ritenuto molto utile dal 27% degli interpellati. Tuttavia, quasi la metà ritiene che il controllo dei genitori limiti le loro attività on line mentre un terzo ignora le prescrizioni familiari.
Il rapporto finale di Eu Kids Online, che ora entra nella fase di approfondimento e “propositiva” con ricercatori e stakeholders europei, riporta anche venti utili consigli per la sicurezza dei minori online. (leggibili qui) (mf)