Venerdì scorso, a Roma, si è svolto il convegno conclusivo del progetto La famiglia di fronte al reato: azioni sperimentali a supporto delle famiglie dei minori autori di reato, promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dal Dipartimento per la giustizia minorile. Una giornata di studio che ha rappresentato l'occasione per illustrare obiettivi e risultati del progetto, ma anche per avviare un confronto sul tema tra rappresentanti istituzionali, operatori ed esperti.
La famiglia di fronte al reato: azioni sperimentali a supporto delle famiglie dei minori autori di reato, iniziativa nata dall'Accordo di collaborazione siglato il 17 dicembre 2013 tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e il Dipartimento per la giustizia minorile, ha dato continuità all'esperienza avviata nell'ambito del progetto europeo Family Roots e ha previsto la sperimentazione, nel sistema della giustizia minorile, di quattro modelli di intervento con le famiglie di ragazzi entrati nel circuito penale, innovativi e ispirati al lavoro di gruppo: i gruppi di auto mutuo aiuto, i gruppi Gestalt, i gruppi multifamiliari e le family group conferences. Varie le città coinvolte, su tutto il territorio nazionale: fra queste, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Perugia, Roma, Reggio Calabria e Sassari. Le attività si sono svolte da aprile 2014 a giugno 2015.
Il progetto ha puntato ad offrire un «sostegno verso l'autonomia responsabile e partecipativa alle famiglie dei minori autori di reato durante tutto il periodo di presa in carico». Famiglie che si trovano in un momento di particolare vulnerabilità, ma che vengono intese come elemento attivo di cambiamento, più che destinatarie di un intervento. Proprio su quest'ultimo aspetto – uno dei punti cardine della sperimentazione – si è soffermata Isabella Mastropasqua, dirigente dell'Ufficio studi, ricerche e attività internazionali del Dipartimento per la giustizia minorile: «le famiglie non sono solo portatrici di un problema, ma sono capaci di attivare risorse, in una logica di coproduzione degli interventi. Grazie al progetto percepiamo che oggi si è ricostruita la relazione fiduciaria tra servizi e famiglie».
«Una volta chiusa l'esperienza penale, il ragazzo torna in famiglia, in un ambiente in cui spesso ha maturato il reato; il rischio è quello di perdere il lavoro fatto. Proprio per questo è importante il sostegno alle famiglie dei minori autori di reato, che devono essere aiutate ad aiutare i figli», ha sottolineato Caterina Chinnici, membro del Parlamento europeo, intervenuta sul tema Minori autori di reato e famiglie: la prospettiva europea. Chinnici ha parlato, fra l'altro, della proposta di direttiva del Parlamento europeo sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati in procedimento penale, attualmente in discussione, che «mira ad affermare la necessità del coinvolgimento della famiglia in tutto il percorso che si trova ad affrontare il minore autore di reato».
I relatori hanno affrontato molti altri aspetti centrali, fra i quali l'importanza del lavoro di rete e la condizione di fragilità in cui si trovano oggi molte famiglie. Tema, quest'ultimo, di cui ha parlato, ad esempio, Cosimo Ferri, sottosegretario del Ministero della giustizia: «dobbiamo studiare la famiglia del minore autore di reato e capire i motivi della sua fragilità, per ricoinvolgerla. Si parte da una mancanza di confronto, di punti di riferimento e di educazione alla legalità al suo interno. La sfida è portare al centro la famiglia nel percorso di recupero del minore».
Questi alcuni risultati del progetto emersi dal racconto delle operatrici della giustizia minorile intervenute all'incontro: l'opportunità offerta ai genitori di un confronto tra pari; il rafforzamento dell'alleanza tra famiglie e servizi; la creazione di un metodo di lavoro integrato per i servizi.
Il convegno Family Roots: La famiglia di fronte al reato: azioni sperimentali a supporto delle famiglie dei minori autori di reato, organizzato dai due dipartimenti promotori del progetto, ha dato spazio - oltre alle relazioni di rappresentanti istituzionali, operatori ed esperti - alla proiezione del video Lessico familiare, che raccoglie interviste a famiglie e altri soggetti che hanno preso parte all'iniziativa, e a due tavole rotonde. Durante la prima, dedicata al tema La comunità a confronto: l'esperienza dell'innovazione nell'azione sperimentale a supporto delle famiglie dei minori autori di reato, sono intervenuti anche un padre e un figlio coinvolti nel progetto, che hanno raccontato la propria esperienza. (bg)
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