Maternità in Italia 2020, rapporto Save the Children

Nel nostro Paese le donne diventano madri sempre più avanti negli anni (nel 2019 l’età media al parto cresce e tocca i 32,1 anni, il tasso più alto in Europa); molte di loro sono costrette a rinunciare alla carriera professionale a causa degli impegni familiari e un welfare che non riesce a sostenerle. Lo rivela il nuovo rapporto di Save the Children Le Equilibriste: la maternità in Italia 2020, un ritratto delle madri italiane da cui emerge che la situazione delle donne con figli, già critica, è ulteriormente peggiorata con la pandemia, soprattutto per i 3 milioni di lavoratrici con almeno un figlio con meno di 15 anni, pari al 30% delle occupate totali (9 milioni 872 mila).

Secondo i risultati dell’indagine Covid19- uno Sguardo di genere, riportati nella pubblicazione, le madri nell’ultimo periodo sono sempre più “equilibriste”: nonostante quasi la metà di quelle intervistate (44,4%) stia proseguendo la propria attività lavorativa in modalità agile, tra queste solo il 25,3% ha a disposizione una stanza separata dai figli e compagni/mariti dove poter lavorare, mentre quasi la metà (42,8%) è costretta a condividere lo spazio di lavoro con i familiari. In questo periodo per 3 mamme su 4 tra quelle intervistate (74,1%) il carico di lavoro domestico è aumentato, sia per l’accudimento di figli, anziani in casa e persone non autosufficienti, sia per le attività quotidiane di lavoro casalingo (spesa, preparazione pasti, pulizie di casa, lavatrici, stirare). Tra quelle che hanno evidenziato un incremento del carico domestico, il 43,9% dichiara un forte aumento, mentre il 30,2% lo considera aumentato di poco. All’interno dei nuclei familiari, comunque, le madri continuano ad avere netta la sensazione che tutto “pesi sulle loro spalle”: solo per una mamma su 5 la situazione di emergenza ha rappresentato un’occasione per riequilibrare la ripartizione del lavoro di cura e domestico con le altre persone che vivono insieme a lei (19,5%).  

Il rapporto include come ogni anno l’Indice delle Madri (elaborato dall’Istat per Save the Children), che misura, attraverso 11 indicatori, la condizione delle mamme rispetto alle tre diverse dimensioni della cura, del lavoro e dei servizi. L’indice del 2020 fa riferimento alla situazione precedente alla crisi sanitaria causata dall’emergenza Coronavirus.
Anche quest’anno l’Indice delle Madri restituisce una fotografia dell’Italia a macchia di leopardo, con le regioni del Nord più aperte a fornire supporto alla maternità e quelle del Sud nelle quali le madri devono faticare per trovare un equilibrio tra lavoro e carico di cura.

Ai primi posti della classifica generale ci sono di nuovo le Province Autonome di Bolzano e Trento. Al terzo posto l’Emilia-Romagna (al quinto l’anno scorso), seguita da Valle d’Aosta (al quarto posto come l’anno scorso) e Lombardia, che perde due posizioni rispetto all’anno precedente. Sicilia (21esimo posto) e Campania (20esimo posto) si confermano le regioni dove essere madri è più complicato che altrove, seguite da Calabria (20esimo posto l’anno scorso), Puglia (che perde una posizione rispetto al 2018) e Basilicata (18esimo posto lo scorso anno). «Mentre le regioni più virtuose fanno emergere il sostegno alla maternità con politiche di welfare mirate – si legge nel sito di Save the Children -, le regioni che occupano le ultime posizioni mostrano un indice inferiore a 100, a causa soprattutto della crisi economica e del progressivo peggioramento delle politiche per l’infanzia».

Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.