Maltrattamento di minorenni, terza indagine Terre des Hommes-Cismai

19/06/2025 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
copertina della III Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

Aumentano, nel nostro Paese, i minorenni vittime di maltrattamento. La III Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia, realizzata da Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, traccia un quadro da cui emerge, al 31 dicembre 2023, un incremento del 58% degli under 18 vittime del fenomeno, rispetto alla precedente indagine del 2018, in cui i minorenni in carico ai servizi sociali per lo stesso motivo rappresentavano il 19,3%.

La ricerca, si spiega nel sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, «prende in considerazione 326 comuni italiani, selezionati da Istat, a fronte dei 196 considerati nell’edizione precedente del 2021, comprese 12 città metropolitane, coprendo così un bacino di 2.733.645 minorenni». 

Secondo i dati forniti da Terre des Hommes e Cismai, nel nostro Paese risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni; di questi 113.892 sono vittime del fenomeno, ovvero il 30,4%.
La forma di maltrattamento più frequente è il neglect (trascuratezza), che colpisce il 37% dei bambini e dei ragazzi, seguita dalla violenza assistita (34%); violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l’11%. Meno diffuse risultano la patologia delle cure (4%) e l’abuso sessuale (2%). Il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine ma l’indagine offre, per la prima volta, anche un’analisi puntuale delle forme in cui ciascun genere ne è vittima. Nell’87% dei casi il maltrattante appartiene alla cerchia famigliare ristretta, senza differenze a livello territoriale. 

Al 31 dicembre 2023 il 18% dei minorenni in carico per maltrattamento ha tra zero e 5 anni, il 32% tra 6 e 10 anni e il 50% tra 11 e 17 anni. «Questo dato, già emerso nelle precedenti indagini, solleva interrogativi sulla capacità di intercettare il fenomeno precocemente e di attivare azioni efficaci di prevenzione primaria e secondaria da parte dei servizi su questa fascia d’età. La presa in carico, pertanto, avviene più frequentemente tra i 6 e i 17 anni, quando le situazioni di disagio risultano spesso già consolidate. Un elemento chiave che contribuisce a questa difficoltà è rappresentato dalla bassa frequenza di bambini e bambine nei servizi educativi per la prima infanzia. Attualmente, solo il 28% di bambini e bambine sotto i tre anni trova posto nei nidi o in altri servizi educativi analoghi, con forti disparità territoriali, soprattutto al Sud, dove in alcune regioni la copertura scende sotto il 15%».

I maschi under 18 in carico ai servizi sociali per maltrattamento risultano 57.963 (51%), mentre le femmine risultano 55.929 (49%). La distribuzione è in linea con l’andamento demografico della popolazione minorile italiana. Sul totale dei minorenni residenti in Italia, il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine con 13 vittime su mille in entrambe le popolazioni di riferimento. 
I maschi sono più frequentemente vittime di neglect educativo (54%), violenza assistita (52%) e patologia delle cure (54%) mentre le femmine sono più esposte ad abuso sessuale (77%) e violenza psicologica (53%). 

La ricerca rivela inoltre che nel 52% dei casi è l’Autorità giudiziaria a segnalare il caso ai servizi sociali. «Si tratta di un dato emblematico di un sistema di protezione che si attiva tardi, spesso solo quando il danno è già conclamato e viene formalmente rilevato. Le istituzioni educative – in particolare la scuola – contribuiscono solo nel 14% dei casi. Ancora più marginale è il ruolo delle famiglie (12%) e, soprattutto, delle strutture sanitarie, come ospedali e ambulatori, che nel complesso segnalano solo il 4% dei casi. Infine, i medici di base e i pediatri, pur essendo figure potenzialmente strategiche nella prevenzione e nell’individuazione precoce del maltrattamento, risultano pressoché assenti, con una percentuale dell’1%».

Si può consultare la pubblicazione sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

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