Loewenthal: i bambini ascoltano tutto

01/04/2009

Da La Stampa di ieri, proponiamo un commento della scrittrice Elena Loewnthal sulla vicenda della maestra di scienze novarese, accusata di aver fornito risposte troppo esplicite alle curiosità sessuali dei propri alunni.
A questo proposito, segnaliamo anche il parere di Francesco Paolo Occhiogrosso, presidente del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: «Senza entrare nel merito di questa notizia, che ho appreso dalla stampa, – dice Occhiogrosso – il tentativo di affrontare il tema sesso con un'informazione particolare non è sbagliato in sé». Ma, aggiunge, «è importante stabilire le modalità, perché non può andare bene un approccio qualsiasi a un argomento tanto delicato», perché «l'informazione deve essere calibrata sul destinatario».

Ogni giorno, su Minori.it, è disponibile la rassegna stampa quotidiana dedicata ai temi dell'infanzia e dell'adolescenza.

I BAMBINI ASCOLTANO TUTTO
II sesso è proprio dappertutto. Per strada, in quell'immaginario che la pubblicità disegna a caratteri cubitali. Nella televisione che ha sempre meno da sdoganare perché il più è fatto, però insiste nel mostrare, scoprire. Nel nostro linguaggio, sempre più sboccato e assuefatto alla metafora sfacciata, all'abuso di parti anatomiche per esclamare. È un dato di fatto: il sesso non fa più spettacolo. È  diventato la comparsa scontata di quasi ogni momento della quotidianità. Anche in casa, anche davanti ai bambini, convinti che le parole scivolino dalle loro orecchie senza fermarsi.

Per questa ragione, fa un po' stupire la levata di proteste nei confronti di una maestra che è stata accusata di «lezioni sessuali troppo dettagliate con chiari riferimenti». Il preside rileva «un grave errore di ingenuità» da parte della maestra. Che si sarebbe limitata a rispondere a domande dai bambini, incuriositi dagli «strani» termini che avevano sentito a casa. Si tratta dunque di una situazione difficile da sondare perché in fondo quel che avviene dentro una classe di scuola, fra insegnanti e allievi, porta sempre con sé un po' di mistero. Nella comunicazione fra chi sta dietro il banco e chi è seduto in cattedra sorge sempre una misura di equivoco, e mai un passaggio diretto. Più che mai in un caso del genere, quando sul piatto della bilancia c'è il sesso.

Accusare una maestra di essere stata troppo «chiara» è un paradosso quasi ridicolo: per chi insegna, non c'è pregio maggiore che quello di essere chiaro! Quanto a quei riferimenti lì, ci si domanda perché mai debba valere il principio dei due pesi e due misure. Come se il sesso stesse benissimo ovunque, tranne che in classe, o meglio senza riferimenti «troppo chiari».

Non si tratta, certo, di ammettere che la scuola diventi una palestra di eros. Si tratta di guardare in faccia una realtà in cui siamo tutti sommersi da allusioni, riferimenti e dettagli che riguardano questa sfera. Libero, esplicito, consapevole, il sesso è dunque ancora capace di diventare un tabù: una cosa che è meglio non spiegare troppo, anche quando i bambini ti fanno delle domande attinte dal mondo che li circonda, che quasi li assedia. Perché forse, a dispetto di tutto, il sesso, quello praticato e quello detto, quello esclamato e quello esposto, resta una faccenda imbarazzante. Ovviamente per noi adulti, non certo per i nostri bambini.
Elena Loewenthal