Maggiori investimenti sull'educazione dei bambini, coinvolgimento della società nel processo educativo, il sistema d'istruzione potenziato come vero motore di inclusione: sono alcune delle proposte emerse dalla conferenza biennale del Comitato economico e sociale europeo e consegnate al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso.
Nella giornata conclusiva del meeting ospitato a Firenze, il Cese ha lanciato, per bocca del suo presidente Mario Sepi, la proposta di un Libro Verde della Commissione europea come «strumento adeguato per avviare l'attuazione della “Piattaforma europea contro la povertà”, che rappresenta una delle iniziative faro della Strategia Europa 2020», quella cioè che mira a rivoluzionare il modello di sviluppo europeo per il prossimo futuro. Questo insieme di proposte sono scaturite nel corso dei tre seminari che hanno animato la seconda giornata della conferenza biennale, portando anche a compimento, secondo Sepi, «il principio della democrazia partecipata sancito dall'articolo 11 del trattato di Lisbona, finora rimasto solo sulla carta».
I tre seminari, che hanno coinvolto operatori, studiosi e esperti, hanno approfondito il ruolo dell’educazione per vivere nella società, accedere al mercato del lavoro ed esercitare i diritti. Da essi sono scaturite tre proposte in punti su società, lavoro e diritti: tra le altre cose, ponendo l'educazione in quanto diritto fondamentale, si chiedono maggiori investimenti nell'educazione durante l'infanzia e nel sostegno ai bambini in età prescolare per ridurre analfabetismo e abbandoni scolastici; maggiore convergenza e collaborazione tra scuole e famiglie e migliore formazione degli insegnanti; sistemi d'istruzione rispettosi delle differenze presenti all'interno della società e poggiati sul dialogo, capaci di includere nel processo educativo tutte le realtà sociali.
«L'istruzione ci permette di affrontare la vera sfida, quella della libertà, dell'uguaglianza e dei diritti – ha detto Bibiana Aido Almagro, ministro dell'istruzione del governo spagnolo – Deve dare opportunità a tutti, sennò diventa un sistema di riproduzione delle elite e non possiamo permettercelo: istruzione e uguaglianza possono essere lo strumento più forte per il modello di crescita dei prossimi anni». «Il nostro sistema educativo non riesce più a ridurre le disuguaglianze», le ha fatto eco Martin Hirsch, ex ministro del governo Sarkozy: «Dobbiamo fare uno sforzo per migliorarlo, per esempio coinvolgendo maggiormente i genitori nella lotta alla dispersione scolastica».
«Istruzione, occupazione e inclusione sociale sono i cardini della strategia Europa 2020 che abbiamo elaborato», ha spiegato in conclusione il presidente della Commissione europea Barroso. «Vogliamo aprire un circolo virtuoso e ridurre dal 15 a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico e alzare dal 31 al 40% quello dei 30-40 enni che abbiano una laurea». «La sfida della competitività include per forza l'istruzione, dobbiamo inserire le spese sociali nei bilanci – ha aggiunto – Essa è uno dei migliori investimenti economici, umani e civici: riusciremo a vincere la battaglia della globalizzazione solo se daremo ai nostri giovani un messaggio di apertura, investendo per esempio nell'interculturalità».
Per i prossimi mesi, Barroso ha anche anticipato l'avvio di alcune iniziative europee come il programma “Giovani in movimento” e nuovi strumenti di lifelong learning per avvicinare domanda e offerta sul mercato del lavoro. (mf)