È on line da mercoledì scorso, sul sito del Ministero dello sviluppo economico, la bozza del Codice di autoregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, primo caso di autoregolamentazione per la prevenzione e la lotta contro un fenomeno che riguarda giovani e giovanissimi, in alcuni casi coinvolti in gravi fatti di cronaca. Con il termine "cyberbullismo" si indicano i comportamenti violenti e minacciosi e le altre forme di prevaricazione e sopraffazione, commesse attraverso l'uso di Internet o altre tecnologie digitali.
Il documento è stato approvato l'8 gennaio dal tavolo tecnico sul fenomeno del cyberbullismo, presieduto dal viceministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà, a cui partecipano rappresentanti delle istituzioni (fra le quali, oltre al Ministero dello sviluppo economico, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la Polizia postale e delle comunicazioni e il Garante per l'infanzia e l'adolescenza), rappresentanti delle associazioni e degli operatori del web.
L'approvazione della bozza, si spiega nel comunicato stampa diffuso dal Mise, si è resa necessaria «anche a seguito dei gravi fatti di cronaca che hanno visto alcuni giovanissimi arrivare a gesti estremi dopo essere stati oggetto di insulti e diffamazioni su Internet».
Il Codice prevede che gli operatori che forniscono servizi di social networking e gli altri operatori della Rete si impegnino «ad attivare appositi meccanismi di segnalazione di episodi di cyberbullismo, al fine di prevenire e contrastare il proliferare del fenomeno».
I sistemi di segnalazione devono essere adeguatamente visibili all'interno della pagina visualizzata, semplici e diretti, in modo da consentire anche ai bambini e agli adolescenti l'immediata segnalazione di situazioni a rischio e di pericolo.
Gli operatori che aderiscono al Codice, si legge nella bozza, «si impegnano a rendere efficienti i meccanismi di risposta alle segnalazioni (effettuati da personale opportunamente qualificato) azionati in termini di tempi di rimozione dei contenuti lesivi per la vittima del cyberbullismo, non superiori alle 2 ore dall'avvenuta segnalazione, al fine di evitare che le azioni si ripetano e/o si protraggano nel tempo, amplificando gli effetti che la condotta del cyberbullo ha in Rete sulla vittima, per la quale l'efficacia della segnalazione costituisce l'unico strumento possibile di controllo».
Il Ministero ha aperto una consultazione pubblica sulla bozza del Codice. Contributi e osservazioni possono essere inviati entro il 24 febbraio 2014 all'indirizzo di posta elettronica antonio.amendola@mise.gov.it. (bg)