Le esperienze di inclusione sociale di Firenze, Brindisi, Napoli e Catania sono state al centro dell'incontro tecnico organizzato il 30 settembre scorso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali nel quadro delle attività del tavolo di coordinamento con le 15 Città riservatarie della legge 285/97.
Il tema dell'incontro, riservato a funzionari e dirigenti delle amministrazioni comunali oltre che ad operatori impegnati nei progetti, era appunto Politiche locali ed interventi di inclusione sociale. Partendo dall'analisi degli interventi per il contrasto della povertà e del rischio di emarginazione sociale, l'incontro tecnico ha voluto porsi come occasione di riflessione sullo stato di sviluppo dei servizi di welfare. Prima di tutto per favorire un aggiornamento sulle ricerche e le analisi più recenti in materia di politiche e interventi per il contrasto della povertà e del rischio di emarginazione sociale, con particolare attenzione alla dimensione urbana delle strategie di azione; in secondo luogo per promuovere una condivisione di esperienze in termini di attività realizzate, problemi e progettualità future.
La giornata ha preso il via con un'introduzione di Raffaele Tangorra, direttore Generale per l’inclusione e i diritti sociali del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Poi Clara Tommasini, del gruppo di lavoro per la Ricognizione Buone pratiche dell'Istituto degli Innocenti di Firenze ha fatto il punto sul monitoraggio sullo stato di attuazione della legge 285/97 e buone pratiche: esperienze locali per il contrasto della povertà e del rischio di emarginazione sociale. Infine sono state presentate le esperienze progettuali in corso da parte delle Città riservatarie Firenze, Brindisi, Napoli e Catania.
In particolare, Firenze ha presentato un progetto di alfabetizzazione minori stranieri e sostegno familiare; Catania il servizio di educativa territoriale rivolta a minori con provvedimento civile o amministrativo dell'AGM; Brindisi un centro per la famiglia con il servizio di mediazione; Napoli ha illustrato il progetto Tonino rivolto ai figli di detenuti del carcere di Secondigliano e l'esperienza del reddito di cittadinanza (attuato però fuori dalla 285). Il lavoro è poi continuato in gruppi di lavoro.
I progetti di inclusione sociale sono una delle finalità della legge 285, che comprendono anche la promozione di benessere sociale per l'infanzia e l'adolescenza attraverso la prevenzione e il contrasto di fenomeni di disagio ed il sostegno ad iniziative e servizi di qualità, capaci di dare risposte tempestive e qualificate ai bisogni di bambini e famiglie.
Le Città riservatarie sono 15 (Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Taranto, Torino e Venezia) e costituiscono il nucleo fondante per le politiche della legge 285/1997. Sono anche un piccolo “laboratorio” in materia di infanzia e adolescenza e, rispetto alle altre città. La progettualità della 285 interviene contro l’esclusione dei bambini/ragazzi, mediante azioni rivolte a minori che vivono in particolari aree di disagio e che sono sottoposti a forte rischio di emarginazione (minori nomadi, stranieri, figli di detenuti/e, minori in famiglie povere); sostegno economico per il mantenimento di minori nell’ambito della famiglia e per il superamento di difficoltà anche temporanee che possono riguardare la mancanza di occupazione o la salute dei/l genitore (attraverso una misura di “minimo vitale”, prestiti sull’onore, pagamento utenze e trasporto, fornitura di beni di prima necessità, materiale per la frequenza scolastica); interventi per contrastare l’abbandono scolastico e per supportare l’avvio al lavoro di adolescenti (sostegno alla famiglia e al minore, iniziative d’informazione nelle scuole, borse lavoro a adolescenti); attività di aggregazione rivolta a adolescenti a rischio di emarginazione (progetti ambientali, culturali e di comunicazione).
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