Libro bianco media e minori

27/02/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Oltre il 40 per cento degli adolescenti italiani dispone di un televisore per uso personale. Lo svago, il divertimento e la possibilità di rilassarsi rappresentano gli aspetti positivi della tv più apprezzati dai ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Sono alcuni dati che emergono dal Libro bianco media e minori, un'analisi dettagliata dell'influenza dei media sulle nuove generazioni realizzata dal Censis per l'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il volume è suddiviso in cinque parti: la prima contiene una review della letteratura scientifica nazionale e internazionale sul rapporto tra minori e media; la seconda, dedicata al consumo di media da parte di bambini e ragazzi, riporta i risultati di due ricerche condotte dal Censis, che hanno coinvolto genitori e adolescenti; la terza analizza l'offerta televisiva, attraverso l'esame della struttura e dei contenuti dei palinsesti della Rai, delle emittenti televisive nazionali e dei fornitori di contenuti digitali terrestri, satellitari e via cavo trasmessi; la quarta presenta una rassegna della regolamentazione pratica dell'attività di comunicazione audiovisiva in applicazione delle disposizioni a tutela dei minori; la quinta, infine, raccoglie dati e informazioni sull'uso, da parte di bambini e adolescenti, di canali digitali terrestri, satellitari e via cavo, videogiochi, Internet, editoria elettronica ed enhanced tv.

Le ricerche riportate nella seconda parte del libro (la prima sul consumo di media da parte dei bambini visto dai genitori con almeno un figlio di età compresa tra i 4 e i 13 anni e la seconda sul consumo degli adolescenti) offrono spunti di riflessione interessanti sull'evoluzione del rapporto tra media e minori.

L'indagine sui genitori si è proposta due obiettivi principali: la raccolta, attraverso le risposte ottenute dalle madri e dai padri, «di informazioni relative al consumo di media, al gradimento, alle abitudini di fruizione di bambini e preadolescenti, che difficilmente sarebbero stati in grado di dare direttamente date le caratteristiche della ricerca»; «la rilevazione degli atteggiamenti dei genitori stessi rispetto ai media e rispetto al consumo di media da parte dei figli».

I dati confermano «l'utilizzo pieno e diretto del televisore» da parte dei figli, indipendentemente dall'età (con una lieve crescita per la fascia di età compresa tra gli 11 e i 13 anni). L'accesso al computer, invece, viene in generale più “filtrato” per i bambini di 4-5 anni.

Il 68,9 per cento dei minori di 4-5 anni e il 67,2 per cento dei bambini tra i 6 e i 10 anni guarda la televisione con i genitori. I programmi televisivi preferiti dai figli sono, secondo i genitori intervistati, i cartoni animati, mentre l'attività preferita su Internet è «giocare on line con i videogiochi individuali» (42,8 per cento, con un picco del 56,7 per cento per i bambini tra i 6 e i 10 anni). Se ci si sofferma sulla fascia di età compresa tra gli 11 e i 13 anni si nota, tuttavia, che il 52,4 per cento utilizza Internet per le ricerche scolastiche. Anche l'uso dei social network sale fra gli 11-13enni, arrivando al 45,3 per cento.

L'indagine evidenzia, fra le altre cose, percentuali altissime di controllo da parte dei genitori dei contenuti fruiti dai figli. Nel complesso le madri e i padri intervistati appaiono attenti e consapevoli riguardo al consumo di media da parte dei figli, ma «in definitiva per buona parte non in condizione di assolvere a questo ruolo come vorrebbero».

Vediamo adesso alcuni dati forniti dall'altra ricerca sui ragazzi tra i 14 e i 17 anni. L'indagine rivela che «l'equipaggiamento personale degli adolescenti italiani risulta composto sostanzialmente da pc, videofonino o smartphone e lettore audio (MP3, CD). In quarta posizione il televisore personale». Dato, quest'ultimo, «che non va interpretato però come una emarginazione della presenza televisiva nella vita dei ragazzi. Infatti il televisore è presente comunque in quasi la totalità delle case (94 per cento)».

Gli adolescenti che dispongono di un televisore per uso personale e gestiscono, quindi, in maniera del tutto autonoma le proprie scelte televisive, sono, come già detto, oltre il 40 per cento: per lo meno per questa fascia di età «la funzione genitoriale di filtro dei contenuti auspicata dalle istituzioni, ma ancor più dalle emittenti, ne esce fortemente ridimensionata». Quasi la metà dei ragazzi intervistati non guarda la televisione in compagnia di adulti.

Gli adolescenti attribuiscono alla tv «una funzione di rilassamento e piacevolezza, ma sbaglierebbero quanti considerassero queste risposte come il sintomo di una derubricazione del mezzo televisivo nell'universo adolescenziale. Perché rilassarsi e divertirsi in compagnia è precisamente il valore principale di questa generazione di adolescenti, che attribuisce al divertimento leggero un grande valore».

Se spostiamo l'attenzione su Internet, scopriamo che l'attività preferita dagli adolescenti è l'uso dei social network. La socializzazione via web «mantiene forte il carattere di disimpegno, di relazionalità pura, di divertimento. Un tratto su cui educatori, psicologi e sociologi dell'età evolutiva farebbero bene a riflettere». Oltre la metà del campione, inoltre, dice di non avvertire alcun controllo rispetto al proprio uso dei media in generale.

Leggendo i risultati di questa ricerca parallelamente a quelli dell'indagine sui genitori, si conclude al termine del secondo capitolo della seconda parte del libro, «emerge in controluce una sorta di “romanzo familiare”, in cui i genitori tendono ad autorappresentarsi secondo canoni di desiderabilità sociale come educatori scrupolosi e attenti, mediatori dell'influenza dei media sui loro figli, per quanto ridimensionati dall'ammissione di una sorta di impotenza; e i figli, in un racconto più “smaliziato” e realistico restituiscono una realtà familiare in cui i genitori appaiono spesso lontani o distratti rispetto alla fruizione mediatica dei ragazzi».

Il volume è on line, sul sito dell'Agcom. (bg)