Legge 285, i progetti del 2012 nel Quaderno 56

«È ormai da tempo che la legge 285 ha intrapreso una strada nuova. Sempre più stabilmente ci si sta dirigendo verso percorsi condivisi che vedono una compattezza delle città riservatarie man mano più evidente e un maggior protagonismo partecipativo nella programmazione e nella progettazione congiunta delle città riservatarie con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali». Si apre così l'introduzione della Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 285/1997 per l'anno 2012, appena uscita.

La relazione, curata dall'Istituto degli Innocenti di Firenze, pubblicata nel Quaderno 56 del Centro nazionale e suddivisa in cinque parti, dà conto dei risultati di due progetti sperimentali finanziati dal Ministero che coinvolgono le città riservatarie (Pippi e il Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti) e presenta un'analisi dettagliata dei progetti realizzati dalle quindici città con le risorse finanziarie del fondo istituito dalla legge 285, messe a disposizione per il 2012.

Un elemento di rilievo messo in evidenza dalla pubblicazione è il rafforzamento del lavoro di rete tra le città riservatarie. Un lavoro importante, promosso e sostenuto dal Ministero, che rivela la capacità di queste città di confrontarsi, scambiare idee e buone pratiche e sperimentare percorsi comuni.

La prima parte offre un quadro sullo stato dell'arte di Pippi, Programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione, e del Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti. I due progetti sperimentali, si spiega nell'introduzione, «promuovono e attivano meccanismi virtuosi di collaborazione interistituzionale e di integrazione di saperi che sono il centro del lavoro in atto in questi anni».

La seconda parte, invece, è dedicata sia alle attività del Tavolo di coordinamento tra il Ministero e le città riservatarie, «sede deputata al confronto e alla condivisione di indirizzi e strategie di governance», sia all'analisi dei progetti realizzati dalle quindici città nel corso del 2012 (dimensioni, caratteristiche e utilizzo del fondo 285).

La terza parte presenta «un'analisi della programmazione zonale e, in parte, regionale, con un focus specifico sui servizi strutturati o sperimentali per l'infanzia e l'adolescenza presenti nelle città riservatarie, per rendere maggiormente contestualizzabile l'analisi della progettazione 285, disegnandone una cornice sociopolitica di fondo». Nel secondo capitolo della terza parte si offre una sintesi degli esiti della sperimentazione sul Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali (nella versione 2009), mentre nel terzo si riportano tre studi di caso a Torino, Bologna e Bari.

La quarta parte è articolata in due capitoli: il primo propone un'analisi sulle condizioni di benessere dell'infanzia e dell'adolescenza, grazie alla raccolta di dati su un ampio set di indicatori, partendo da tre dimensioni (struttura sociale, salute e sicurezza, diffusione e uso dei servizi); il secondo presenta un'analisi quantitativa e qualitativa sui minori fuori famiglia nelle città riservatarie.

L'ultima parte, infine, si sofferma sull'ascolto dei bambini e degli adolescenti, inteso come metodologia di lavoro praticata all'interno degli interventi finanziati dal fondo 285 e realizzati nell'ultimo triennio. (bg)